

Incredibile, ma vero. Il Consiglio Comunale di Messina, dopo innumerevoli segnalazioni sindacali sul disagio dei lavoratori, delibera chiedendo un questionario per sondare e accertare il livello di soddisfazione dei dipendenti ATM.
E la direzione della società partecipata cosa fa? Mette online un questionario. Peccato sia quello mirato ad accertare la soddisfazione del cliente.
La domanda sorge spontanea: si tratta di un plus meritorio, un eccesso di zelo comunicativo? O, come appare più probabile, siamo di fronte a un plateale caso di orecchie da mercante? ATM non ha capito – o, peggio, ha fatto finta di non capire (?) – cosa le è stato ordinato?
Sia chiaro: un sondaggio rivolto all’utenza può essere utile. A patto che sia nominativo e che il meccanismo sia blindato per evitare manipolazioni dei risultati. Ma se questa mossa è la risposta alla richiesta del Consiglio, allora è perfettamente inutile. È un diversivo.
Il punto non sono i clienti, ma i lavoratori. Il questionario che l’Aula ha richiesto è dirimente, non opzionale. Serve ad accertare quel livello di insoddisfazione e disagio che i sindacati – Orsa, Faisa Cisal e Fit Cisl in testa – denunciano da tempo con forza.
Quelle sigle, e l’intero Consiglio Comunale, attendono ora che l’Azienda adempia. Non si tratta di un favore. Il Consiglio ha la piena titolarità sulla direzione aziendale. E la dirigenza di ATM, piaccia o meno, ai consiglieri comunali deve rispondere.
Si attende, dunque, la somministrazione del questionario vero: quello ai lavoratori. Prima possibile. Ogni altro sondaggio, in questo momento, suona solo come un goffo tentativo di eludere il problema.










