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Risanamento, resoconto con allarme: 35 milioni spesi, ma 40 ambiti sono fermi e i poteri speciali scadono tra due mesi

- 29/10/2025
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Il “Resoconto delle Attività Svolte” dalla Struttura commissariale per il Risanamento, aggiornato a ottobre 2025, consegna il ritratto di un’attività a due velocità, con un’ombra pesante che si proietta sul futuro: i poteri speciali, motore dell’intera operazione, sono in scadenza il 31 dicembre di quest’anno.

L’analisi dei dati mostra un’innegabile accelerazione sul fronte degli acquisti immobiliari, ma rivela anche uno stallo profondo nell’aggressione territoriale alla maggioranza delle aree baraccate. Su 80 ambiti totali, 40 risultano ancora completamente fermi.

Il paradosso: poteri speciali in scadenza

Il dato più allarmante che emerge incrociando il resoconto con l’attualità è proprio quello temporale. I poteri speciali in deroga, istituiti con la Legge 76/2021 e già prorogati, scadranno il 31 dicembre 2025.

Nonostante il Commissario straordinario abbia formalmente richiesto al Governo nazionale una proroga lo scorso luglio, al momento non risulta ancora concesso alcun prolungamento.

Questo significa che la Struttura, che ad oggi ha speso 35,2 milioni di euro dei 100 milioni stanziati, ha solo due mesi per garantire la continuità amministrativa a un’operazione che, come certifica lo stesso report, per il 60% non è ancora materialmente iniziata.

Linea I: Il successo nell’acquisizione

L’efficacia dei poteri speciali è lampante nella Linea di Intervento I, il “Ricollocamento abitativo”. I numeri degli acquisti sul mercato sono più che raddoppiati:

  • Periodo 2018-2021 (Regime ordinario, via Arismé): 193 alloggi acquistati (media 47/anno).
  • Periodo 2022-2025 (Poteri speciali): 342 alloggi acquistati (considerando i 95 del 2025 fino a ottobre), con una media annua salita a 82.

Il primo collo di bottiglia: l’effettiva disponibilità

L’analisi critica dei dati evidenzia però un primo, fondamentale, collo di bottiglia: l’acquisto non coincide con la consegna.

Il report certifica che degli attuali 112 alloggi disponibili (frutto degli acquisti 2025 e delle giacenze), solo 20 sono pronti per essere assegnati. I restanti 92 (l’82% dello stock) necessitano ancora di interventi di manutenzione (46 ordinaria e 46 straordinaria).

Questa “complessa attività di coordinamento” logistico e manutentivo rallenta l’effettivo ricollocamento delle famiglie e, di conseguenza, blocca la fase successiva: le demolizioni.

Linea II: Lo stallo territoriale

È sull’analisi della Linea II (Demolizione e Bonifica) che emerge la criticità più profonda. Il successo nell’acquisizione di alloggi è inversamente proporzionale all’avanzamento sui territori da liberare.

Su 80 ambiti totali perimetrati:

  • 13 ambiti sono usciti dalla gestione commissariale (9 completati e riconsegnati; 4 gestiti da altri enti).

Restano quindi 67 ambiti di competenza della Struttura. Di questi:

  • Solo 4 vedono opere di demolizione o bonifica attualmente in corso (Rione Taormina, Largo Diogene, Fondo Pugliatti e Fondo Saccà).
  • 40 ambiti – pari al 60% delle aree ancora da risanare – sono classificati con la dicitura “Nessuna attività intrapresa”.

Ciò significa che per la maggioranza assoluta delle baraccopoli non è stata avviata neppure la prima fase amministrativa (il censimento dei nuclei familiari), indispensabile per programmare acquisti e demolizioni.

Corsa contro il tempo

Il quadro che emerge è quello di una Struttura che ha utilizzato efficacemente i poteri speciali per le operazioni di mercato (l’acquisto di case), ma che sconta una forte lentezza nell’affrontare gli iter amministrativi (censimenti), ambientali (bonifiche e analisi dei rischi) e logistici (manutenzione degli alloggi).

Lo stesso report rilasciato dalla struttura sub-commissariale ammette che i ritardi sono dovuti alla “complessità degli iter amministrativi e burocratici”. Con la scadenza dei poteri speciali fissata a fine anno e nessuna proroga ancora all’orizzonte, la vera sfida della Struttura sarà garantire che l’intero Risanamento – e in particolare quei 40 ambiti ancora fermi – non si blocchi del tutto.

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