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Dipendenti in stato di agitazione al Comune di Messina. E’ solo l’inizio?

- 22/10/2025
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I sindacati compatti (CSA, CGIL, CISL, UIL, SILPOL) e la RSU rompono le relazioni: “Richiesta giuridicamente inammissibile”. Proclamazione inviata al Prefetto.

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Rottura totale a Palazzo Zanca. Le organizzazioni sindacali CSA, FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, S.I.L.P.O.L. e la RSU hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale del comparto del Comune di Messina. La decisione, formalizzata in una nota inviata al Prefetto, al Sindaco e alla Commissione di Garanzia , giunge al culmine di una lunga serie di tensioni, esplose durante la riunione del 17 ottobre sulla Progressione Economica Orizzontale (PEO) 2023.

La PEO e la richiesta “inammissibile”

Il nodo centrale della vertenza è la liquidazione della PEO 2023. Durante l’incontro, le OO.SS. e la RSU hanno preso atto dell’insufficienza dei fondi stanziati dall’Amministrazione (“incapienza delle risorse”). Per superare l’impasse, i sindacati hanno avanzato una proposta di “interpretazione autentica”, già adottata in altri enti: imputare la decorrenza giuridica della PEO al 1° gennaio 2023 e quella economica al 1° marzo 2023.

La risposta dell’Amministrazione, affidata al Direttore Generale Salvo Puccio, ha però fatto saltare il tavolo. Secondo quanto denunciano i sindacati, il Dott. Puccio ha dichiarato che l’accordo sarebbe stato sottoscritto “solo previa rinuncia preventiva da parte di tutti i dipendenti ad eventuali azioni legali nei confronti del Comune di Messina”.

Una richiesta definita dai sindacati “giuridicamente inammissibile” , non prevista da alcun CCNL e, pertanto, immediatamente rigettata.

La rottura delle relazioni

Questo episodio si inserisce in un contesto già critico. I sindacati accusano l’Amministrazione, e in particolare il Direttore Generale, di aver “adottato un comportamento dilatorio” , convocando e rinviando incontri senza mai giungere a conclusioni su temi rilevanti. Tra le questioni rimaste in sospeso figurano le progressioni verticali, i buoni pasto, le indennità di Elevata Qualificazione, il regolamento sul Lavoro Agile, il Contratto Decentrato e i gravi ritardi nei pagamenti del salario.

A seguito della grave rottura, i sindacati hanno indetto un’assemblea dei dipendenti, tenutasi ieri 21 ottobre. L’assemblea, molto partecipata, ha deliberato all’unanimità la proclamazione dello stato di agitazione e la “rottura delle relazioni sindacali”.

La richiesta di conciliazione

Con la proclamazione dello stato di agitazione, le sigle sindacali hanno chiesto formalmente l’attivazione della procedura conciliativa prevista dalla legge.

I sindacati avvertono che, qualora la conciliazione dovesse fallire e l’Amministrazione non dovesse riattivare i pagamenti e i tavoli di confronto, si procederà ad attuare le azioni di protesta deliberate. Queste includono il blocco delle prestazioni legate al salario accessorio, lo svolgimento di assemblee e l’indizione di giornate di sciopero.

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