
Un paradosso amministrativo che ha del grottesco: Palazzo Zanca chiede indietro somme ai manager per la “posizione” 2023, mentre gli stessi attendono ancora il “risultato”. Tutti, tranne il Direttore Generale, già liquidato e, guarda caso, esente anche dai recuperi.

Un capolavoro di gestione, o forse la più cruda rappresentazione di un sistema a due velocità. Mentre i dirigenti del Comune di Messina attendono ancora di vedere un euro dell’indennità di risultato per l’anno 2023, si vedono recapitare una richiesta di recupero somme per la (presunta) eccedenza percepita sull’indennità di posizione dello stesso anno.
Una beffa che si traduce in richieste di restituzione calcolate sulla differenza tra il dovuto e il percepito, variabili tra i mille e i duemila euro a testa.
La nota dolente, che trasforma il paradosso in un caso politico, è che questa procedura colpisce tutti i vertici amministrativi. Tutti, tranne uno.
L’anomalia, infatti, ha un nome e cognome: Salvo Puccio, Direttore Generale dell’Ente.
Non solo il DG Puccio è stato, come già denunciato da questa testata, l’unico e solo dirigente ad aver già incassato per intero la lauta indennità di risultato del 2023 – con un pagamento disposto d’urgenza a giugno di quest’anno dall’amministrazione Basile – ma ora scopre di essere anche l’unico a non dover restituire nulla per l’indennità di posizione.
Scorrendo la lista dei recuperi, i conti non tornano per quasi nessuno. Tranne che per lui. I suoi calcoli erano perfetti? Non c’è alcuna differenza tra il suo dovuto e il suo percepito? Probabile.
Resta però l’amara evidenza di un trattamento palesemente privilegiato, che scava un solco tra un “intoccabile” e il resto della tecnostruttura comunale, chiamata oggi a fare cassa per l’Ente mentre attende ancora di essere pagata per il lavoro svolto. Quasi come dire “Io so io, e voi…”
L’approfondimento: il fondo fantasma
Ma la vera voragine si nasconde nei meandri contabili. Innanzitutto: perché quella fretta, a febbraio 2025, di liquidare il solo Puccio?
E, soprattutto, come è stato istituito il fondo da cui attingere le indennità per i dirigenti, un piatto da oltre 400 mila euro? Secondo quanto emerge, quel fondo sarebbe stato creato senza il parere obbligatorio dei revisori dei conti.
Un dettaglio? Tutt’altro. Si tratta di un vizio procedurale gravissimo, specialmente per un Ente in piano di riequilibrio, dove ogni singolo euro dovrebbe essere blindato da controlli e autorizzazioni. Quel fondo, istituito in spregio alle regole contabili, oggi è “in rosso”? O lo sono le casse comunali? Per questo l’Ente procede a questi maldestri recuperi sui dirigenti e ritarda ulteriormente a pagare la PEO 2023 a tutti i dipendenti comunali? Tutti senza soldi. Tranne, ovviamente, uno.










