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L’Emergenza Svelata: Messina scopre la crisi che nega da anni. Mentre il gattopardismo è in agguato, i messinesi rimangono muti

- Ultima Ora
19/10/2025

Dai trionfalismi alla cruda realtà: il fallimento dei servizi sociali e la crisi che il Palazzo ha sempre negato.

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Giuseppe Bevacqua
L’Editoriale di Giuseppe Bevacqua

L’illuminazione, improvvisa e tardiva. Messina si sveglia e scopre, tutta insieme, l’emergenza giovani, l’emergenza minori, l’emergenza droga. Scopre l’assenza dei servizi sociali, non solo nelle periferie dimenticate, ma ovunque. Si accorge che il dipartimento politiche sociali del Comune è tragicamente inadeguato e con risorse insufficienti atte ad affrontare un decadimento sociale diffuso, che ormai non risparmia nessuno, nemmeno i dieci anni.

Una scoperta agghiacciante. Peccato che sia una verità che denunciamo da tempo, forse da più di due anni.

Mentre noi scrivevamo di questo sfacelo, chi doveva agire si autocelebrava. Fino a poco tempo fa – e questo va sottolineato con rabbia – durante il passaggio di consegne al Provveditorato agli Studi tra Stello Vadalà (poi convenientemente confluito nell’amministrazione Basile) e Leon Zingales, si dichiarava trionfanti che Messina, sostanzialmente, non soffriva di dispersione scolastica.

Andava tutto bene.

Interpellato, il Tribunale per i Minorenni di Messina ci rispondeva serafico che “non c’è un’emergenza minori“. Salvo poi smentirsi da solo, e nel modo più drammatico, nella relazione di apertura dell’anno giudiziario 2025, lamentando un numero di procedimenti “elevato e quasi ingestibile” per le strutture e l’organico disponibili.

Andava tutto bene.

Il Sindaco Basile parlava di “una città in crescita e in miglioramento“. Arrivò persino a negare perfino la crisi economica e la desertificazione anagrafica, mentre un numero sempre maggiore di giovani continua ancora oggi a lasciare una Messina senza prospettive, da sempre ostaggio delle solite, intoccabili lobbies di potere.

Cosa è cambiato, dunque, in questi pochi mesi? È cambiato che la verità è venuta a galla. È cambiato che l’evidenza non si può più negare. Il fumo dei concerti, dello street food e delle manifestazioni spacciate per “sviluppo” e “opportunità” si è diradato, e non ha lasciato dietro di sé assolutamente niente, se non i conti da pagare e la polvere nascosta sotto il tappeto.

Oggi si corre ai ripari. Ma come? Le notizie politiche che si rincorrono parlano del solito gattopardismo: un possibile cambio al vertice nella governance della città che non cambierebbe nulla. Il solito cerchio magico, il solito sistema di assegnazione di soldi pubblici tramite affidamenti diretti, i soliti nomi e la solita, falsa narrazione basata su una “meritocrazia” un tanto al peso, distribuita dalle solite mani.

Nei prossimi giorni tornerà a Messina la Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città. Un anno fa, il presidente Alessandro Battilocchio – pur non essendo messinese – ci mise poche ore a comprendere quello che i nostri amministratori fingevano di non vedere: la situazione a Messina è emergenziale.

Adesso l’attenzione è “massima”, si aprono tavoli, si convocano riunioni. Ma la questione è sempre la stessa, amara e tragica: finora, chi doveva occuparsene ha preferito stabilire priorità diverse, completamente autoreferenziali, sfruttando un territorio in difficoltà solo a proprio uso e consumo.

Per quanto ancora i messinesi glielo lasceranno fare?

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Siracusano Battilocchio De Leo
Siracusano Battilocchio De Leo
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