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MESSINA, LA CROCIATA DEL FRATE MA AL CONTRARIO: SI ATTACCA IL SOCCORRITORE, SI PROTEGGE IL BERSAGLIO

- 08/10/2025
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A Messina, persino le giuste proteste riescono a trasformarsi in farse surreali. L’ultimo atto di questo teatro dell’assurdo va in scena sull’asse tra la Curia e Palazzo Zanca, con una deviazione imprevista verso Roma che ha mandato in cortocircuito i protagonisti.

La cronaca è nota. Frate Giuseppe Maggiore, con l’impeto di un moderno Savonarola, lancia i suoi strali contro le croniche inefficienze della Messina Social City. Un grido di dolore sacrosanto, che fotografa una realtà di difficoltà e disservizi. Dalle stanze romane del Senato, Dafne Musolino sente l’eco di questa battaglia e, da parlamentare nazionale, decide di metterci la faccia, offrendo il proprio sostegno. Ci si aspetterebbe un plauso, un ringraziamento, magari l’inizio di attività comuni per il bene degli “ultimi”. E invece no, siamo a Messina.

Il frate, che fino a un minuto prima denunciava con piglio severo, si scopre improvvisamente infastidito dal clamore. Con una piroetta degna del miglior trasformista, non solo respinge l’aiuto, ma attacca la senatrice, accusandola di voler “alzare polveroni”. Si lancia in un amarcord stantio sugli sgomberi dell’era deluchiana, un disco rotto tirato fuori dal cassetto giusto per l’occasione. Un tempismo a orologeria che puzza di pretesto lontano un miglio.

È meraviglioso: il frate che denuncia le inefficienze dell’assessora Calafiore è lo stesso che, un attimo dopo, le regala il più comodo degli assist, pur di prendere a schiaffi la mano tesa dalla senatrice. Il polverone, a quanto pare, va bene solo se sollevato in ambito locale, a bassa quota, senza disturbare troppo i manovratori. L’intervento di un senatore della Repubblica, evidentemente, è un lusso che spaventa.

Così, il religioso che si era dichiarato “estraneo alla politica” si rivela un politico finissimo, forse a sua insaputa. Sceglie di non entrare in rotta di collisione con un’amministrazione comunale che lui stesso definisce inefficiente, ma che ha il pregio di essere “vicina”. Vicina geograficamente, s’intende. Perché il Senato, si sa, è lontano, quasi un altro pianeta rispetto alle calde e rassicuranti logiche di campanile.

Mentre i problemi esposti da Fra Maggiore a “Fratelli Tutti”, rimangono.. tutti, nell’attesa che oltre le repliche politiche sia la solerte assessora Calafiore a risolvere, d’intesa con la Presidente di Messina Social City, resta e permane una lezione tragicomica: a Messina si preferisce lamentarsi di un problema piuttosto che risolverlo, se la soluzione arriva da una parte politica non gradita. Soluzioni e mani tese che vengono sempre scambiate per più comodi “attacchi politici”. E un uomo di fede, che dovrebbe incarnare il coraggio della verità, dimostra che a volte è più comodo gestire la propria piccola trincea che vincere la guerra con un alleato scomodo per qualcuno. A perdere, così, è sempre Messina. Applausi.

Dafne Musolino AI
Dafne Musolino AI