132 views 4 min 0 Comment

Matrimonio fantasma a Messina: 15 anni di battaglie legali per un “Sì” mai registrato

- 06/10/2025
matrimonio
triolo banner
triolo banner

Un “sì” pronunciato davanti a Dio ma mai riconosciuto dallo Stato. Una promessa d’amore trasformatasi in un’odissea giudiziaria durata quindici anni, che ha visto protagonisti due ex coniugi, un parroco distratto e le aule di tribunale fino alla Cassazione. La singolare vicenda, avvenuta a Montalto, Messina, si è conclusa lasciando dietro di sé solo l’amarezza di un legame mai esistito per la legge.

Era il marzo del 2009 quando la coppia si unì in matrimonio con una cerimonia religiosa. Una festa, le promesse, i sogni di una vita insieme. Sogni infranti poco più di un anno dopo, quando i due decisero di separarsi. È in questa fase che emerge una realtà incredibile: il loro matrimonio, di fatto, non è mai esistito. Don Lorenzo Campagna, l’anziano parroco che aveva celebrato il rito, aveva commesso una “svista”, dimenticando di trasmettere l’atto ai registri dello stato civile. Un’omissione che ha reso l’unione legalmente nulla.

Per la sposa, la scoperta è stata un colpo durissimo, non solo sul piano emotivo ma anche su quello economico. Per organizzare le nozze e arredare la casa coniugale, aveva contratto un finanziamento da 66mila euro. Di fronte alla nullità del vincolo, l’unica via per sanare la situazione sarebbe stata una trascrizione tardiva, un atto che richiedeva il consenso di entrambi. La donna ha chiesto quindi al suo “quasi” ex marito di firmare, soprattutto per poter dividere il peso di quel debito contratto in nome di un futuro comune.

Ma l’uomo si è rifiutato. Da quel “no” è scaturita una battaglia legale senza precedenti. La donna ha citato in giudizio non solo l’ex partner, ma anche il parroco e la Curia di Messina, ritenendoli responsabili del danno subito. Il caso ha attraversato tre gradi di giudizio, impegnando avvocati e magistrati per tre lustri.

La Corte d’Appello di Messina ha messo un punto fermo sulla questione, stabilendo che lo sposo non aveva alcun obbligo giuridico di acconsentire alla trascrizione tardiva. Una decisione confermata in via definitiva dalla Cassazione, che ha posto fine alla controversia. A nulla è valsa la produzione, da parte del legale della donna, di una PEC in cui l’ex si mostrava apparentemente disponibile a rimborsare una parte delle spese; i giudici hanno ritenuto che non vi fosse prova di un incarico formale conferito a quel legale, rendendo il documento irrilevante.

Don Lorenzo Campagna, oggi 86enne, raggiunto dal Corriere della Sera, ha spiegato con semplicità l’accaduto: la pratica era “andata persa tra altri fascicoli”. Una leggerezza che ha innescato una valanga giudiziaria.

Al termine di questo lungo e doloroso percorso, alla donna non resta che una magra consolazione suggerita dai giudici: la possibilità di chiedere la restituzione degli arredi portati nella casa coniugale. Una via, tuttavia, complessa, poiché non è stato dimostrato un danno concreto e immediato. Si chiude così il sipario su un matrimonio fantasma, un amore nato in chiesa e dissoltosi nelle aule di un tribunale, simbolo di come un errore umano possa trasformare una promessa di vita in un incubo burocratico.

matrimonio