

CATANIA – Una colonna di fumo nero e denso, visibile da ogni angolo della città e dai comuni vicini, si è alzata stamattina dalla zona industriale di Catania, gettando la popolazione in uno stato di allarme. Un vasto incendio, divampato per cause che sembrano essere accidentali, sta devastando l’impianto della Etna Global Service, un’azienda specializzata nel trattamento di carta e plastica provenienti dalla raccolta differenziata, situata alla V Strada. Le operazioni di spegnimento si preannunciano lunghe e complesse: potrebbero volerci giorni prima che le fiamme siano completamente domate.
L’allarme è scattato nelle prime ore della mattinata di sabato 8 agosto 2025. L’impatto visivo della nube ha generato immediata preoccupazione, provocando persino un fuggi fuggi generale dalla vicina spiaggia della Plaia, dove i bagnanti hanno visto il cielo oscurarsi improvvisamente.
I primi a intervenire sono stati gli uomini del Corpo Forestale, che, compresa la gravità e la natura del rogo, hanno immediatamente allertato i Vigili del Fuoco. Giunti in forze con numerose autobotti e personale del nucleo NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico), i pompieri hanno preso in carico le complesse operazioni, concentrando gli sforzi per circoscrivere l’incendio all’interno del perimetro dell’azienda ed evitare che si propagasse alle strutture adiacenti.
Scongiurato il pericolo di un’esplosione
Momenti di altissima tensione si sono vissuti quando è emersa la presenza di una grande cisterna di gasolio all’interno dell’area interessata dalle fiamme. Il rischio di una devastante esplosione è stato scongiurato grazie a un intervento tanto rischioso quanto decisivo: utilizzando un ragno meccanico della stessa azienda, i soccorritori sono riusciti a rimuovere il serbatoio e a metterlo in sicurezza. Per ulteriore precauzione, sono state fatte spostare anche diverse bombole di gas da una ditta vicina che commercia muletti.
Creata una “zona rossa”, scatta l’allarme ambientale
Sul posto, il dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, Antonino Ciavola, ha coordinato l’istituzione di una “zona rossa” di sicurezza. È stata disposta l’evacuazione di tutte le aziende limitrofe, fortunatamente in gran parte vuote data la giornata di sabato. La V Strada è stata completamente chiusa al traffico da Polizia, Carabinieri e Polizia Locale per garantire il libero afflusso dei mezzi di soccorso. Anche il magazzino Virlinzi, vicino allo stabilimento in fiamme, ha spostato la propria merce per precauzione.
L’aria nell’area è diventata rapidamente irrespirabile. Tutti gli operatori sul campo stanno lavorando indossando specifici dispositivi di protezione individuale. I Vigili del Fuoco hanno richiesto l’intervento urgente dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) per installare delle centraline di monitoraggio e analizzare la composizione della nube. La preoccupazione principale è la possibile dispersione nell’aria di sostanze tossiche come la diossina, prodotta dalla combustione della plastica.
La nota dell’azienda e le indagini
I titolari della Etna Global Service, increduli, assistono al disastro. “Ci vorranno mesi per ripartire”, commentano a caldo. Nel pomeriggio, la società ha rilasciato un comunicato per fare chiarezza. L’incendio, si legge, “non è stato doloso ma si presume sia stato causato dallo sfregamento di materiali ferrosi” tra i rifiuti. Viene inoltre precisato che le fiamme hanno coinvolto solo l’impianto di selezione e non le strutture della collegata Ecolandia srl, le cui attività di raccolta rifiuti nei comuni della regione non subiranno interruzioni. La proprietà ha confermato con sollievo che nessun dipendente è rimasto ferito.
Le indagini ufficiali sulla matrice del rogo potranno iniziare solo dopo il completo spegnimento. La polizia giudiziaria dei Vigili del Fuoco, che sta aggiornando costantemente la Procura di Catania, sta seguendo il caso. L’ipotesi più accreditata è che l’innesco sia partito da un cumulo di carta e cartone. Non si esclude che la presenza di rifiuti non conformi, come l’umido o batterie, all’interno delle balle di materiale pressato possa aver contribuito a creare le condizioni per l’autocombustione.
Mentre i Vigili del Fuoco continuano la loro estenuante battaglia contro le fiamme, alimentate da tonnellate di plastica pressata, sulla città resta l’incertezza e la preoccupazione per le conseguenze ambientali di questo grave incidente.

