
Una segnalazione, quella di Cacciotto che in una città normale attiverebbe una squadra tecnica; qui, invece, innesca l’arma della propaganda imbracciata da Carreri.

La gestione del dissenso a Messina ha ormai assunto i contorni di una farsa. È un riflesso condizionato, un meccanismo di difesa che scatta puntuale ogni volta che qualcuno osa segnalare che qualcosa non va. L’ultimo atto va in scena in via Bormida, teatro di una crisi idrica che per l’amministrazione comunale sembra essere solo un’allucinazione collettiva.
Tutto nasce dalla denuncia di Alessandro Cacciotto, presidente della Terza Municipalità. Non un capriccio, ma il dovere di chi raccoglie la disperazione dei residenti: in via Bormida e nelle strade limitrofe l’acqua manca o arriva con una pressione ridicola. Da mesi.
Scrive Cacciotto nella nota stampa di stamane: “In via Bormida, dietro l’Ospedale Piemonte di Messina, le famiglie sono nuovamente sprofondate, da circa un mese, nel calvario della carenza idrica. Dico nuovamente perché già in estate, da Agosto, i residenti erano stati costretti a vivere il dramma dei rubinetti all’asciutto o con pochissima acqua e dopo svariate segnalazioni solo ad ottobre finalmente anche in via Bormida si era registrato un ritorno alla normalità. Purtroppo però da fine novembre, la via Bormida è nuovamente sprofondata nel “dramma” della carenza o, nella migliore delle ipotesi, scarsa pressione idrica. Scarsa pressione idrica per chi ha la fortuna di avere un serbatoio, carenza idrica per chi invece non n’è dotato”.
Una segnalazione che in una città normale attiverebbe una squadra tecnica; qui, invece, innesca la macchina della propaganda. Ciò che evidentemente ha turbato la “perfetta narrazione” dell’amministrazione è la seguente frase scritta dal Presidente Cacciotto: “Da circa un mese lo scrivente ha rappresentato la problematica ad AMAM ma purtroppo non si registra alcuna novità, al netto di qualche tentativo eseguito dalla partecipata comunale.”. Una lesa maestà!
La risposta dell’assessore Carreri è una nota stizzita accompagnata da un video che vorrebbe essere la “prova regina”. Un filmato di difficile interpretazione, forse girato altrove, dove l’acqua sgorga miracolosamente da un rubinetto. Il messaggio è chiaro: l’acqua c’è, il problema siete voi che ve lo inventate. Una smentita “temeraria”.
Eppure, nella foga di smentire, l’assessore inciampa in un clamoroso autogol. Nero su bianco, Carreri scrive: «Le verifiche tecniche hanno evidenziato esclusivamente abbassamenti di pressione, fenomeno legato al fatto che l’area è servita da impianti di pompaggio». Eccolo, il lapsus che smaschera la narrazione. Si nega l’emergenza ma si ammette il problema strutturale. Se la pressione manca, ai piani alti i rubinetti restano asciutti. Ergo, il disservizio è reale.
La reazione di Cacciotto è un misto di incredulità e rabbia: «Il 13 deve per forza diventare 31 per voi. Si mette in dubbio la mia segnalazione e quella dei residenti. Ma perché questa amministrazione non riesce a prendere atto di un disservizio e dichiarare la disponibilità a rimediare?».
Domanda retorica. Questa amministrazione non ammette crepe nella narrazione del “tutto a posto”. Allergica alle critiche e ossessionata dalla polemica, preferisce lo scontro alla soluzione. Invece di potenziare le pompe, dirama comunicati indignati.
«Risolvete la questione, perché l’acqua manca ed è la gente a dirlo», chiude un Cacciotto esausto. Ma dall’altra parte del muro di gomma, l’unica priorità resta quella di preservare l’immagine di chi governa. Una strategia miope, visto che quegli stessi messinesi lasciati a secco e presi in giro dai video social, prima o poi torneranno alle urne per giudicare Carreri e compagnia. E lì, le smentite video serviranno a poco.









