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Sanità, La Vardera presenta interrogazione urgente: «Trasferimento punitivo per il medico Macrì dopo la denuncia all’Ars?»

- 19/12/2025
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​Il medico-sindacalista trasferito d’urgenza poche ore dopo la denuncia del deputato La Vardera. L’interrogazione: «È una rappresaglia per aver segnalato parentele sospette?»​

PALERMO – Un tempismo che lascia spazio a pochi dubbi e a molte domande. Può un medico, dirigente sindacale stimato, essere rimosso dalla propria sede e trasferito d’urgenza nel giro di poche ore solo per aver interloquito con un parlamentare regionale? È questo il quesito implicito dell’interrogazione presentata con urgenza dall’onorevole Ismaele La Vardera, che scuote i vertici della sanità messinese e arriva fino ai piani alti di Palazzo d’Orleans.

La cronologia del sospetto

​I fatti si susseguono con una rapidità singolare. Il 17 dicembre 2025, La Vardera prende la parola all’Assemblea Regionale Siciliana per denunciare una gestione opaca del personale medico, puntando il dito su presunte “parentele eccellenti” negli uffici dell’Assessorato. Passano meno di 24 ore e, il 18 dicembre, per il dottor Mario Macrì – dirigente sindacale della CoAS Medici Dirigenti che aveva sollevato il caso – scatta il provvedimento di “mobilità d’urgenza”: da Messina a Milazzo, senza preavviso.

​Il sospetto che non si tratti di una necessità organizzativa ma di una “punizione” esemplare nasce dall’analisi tecnica dell’atto, contestata duramente dal Segretario Nazionale CoAS, Alessandro Garau:

L’ossimoro dell’urgenza: L’ASP di Messina motiva il trasferimento con una “cronica carenza” di personale. «Ma una carenza cronica è per definizione prevedibile», ricorda La Vardera, sottolineando come la legge vieti l’uso di procedure d’emergenza per sanare problemi strutturali.

Lo scudo sindacale ignorato: In quanto dirigente sindacale, Macrì è protetto dall’Articolo 22 dello Statuto dei Lavoratori, che impone il nulla osta del sindacato prima di ogni trasferimento. Un passaggio che l’amministrazione avrebbe saltato a piè pari.

La salute fragile: Il provvedimento colpisce un professionista con condizioni di salute già precarie, aggravando il profilo di una scelta che appare, agli occhi del sindacato, quasi “punitiva”.

La Vardera chiede conto al Presidente della Regione e all’Assessore alla Salute di quello che definisce un potenziale comportamento antisindacale. Il quesito è politico e morale: è accettabile che un dirigente sindacale subisca un allontanamento forzato subito dopo un intervento parlamentare che lo riguarda?

Con la sua interrogazione La Vardera sollecita la revoca immediata del trasferimento e un’ispezione interna sull’operato dell’ASP di Messina. Il rischio, oltre al danno umano e professionale per il dottor Macrì, è che si crei un pericoloso precedente: il silenzio imposto attraverso la mobilità d’ufficio.

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