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Welfare ricco, giovani poveri: il 28% di Neet inchioda la narrazione della “città modello sociale”

- 17/12/2025
asquini

L’abbandono scolastico al 14,6% e intere sacche di periferia segnate dal “potenziale disagio economico” gridano una verità scomoda

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MESSINA – Il 28,1% dei giovani messinesi tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e ha smesso di cercare un futuro qui. È questo il dato che l’ultimo report Openpolis “Giovani e Periferie” scarica sulla coscienza amministrativa della città. Un dato inappellabile e non più manipolabile, che stride violentemente con l’immagine patinata di una “Messina Social City” onnipresente e munifica, svelando il cortocircuito tra la potenza di fuoco economica messa in campo e i risultati reali ottenuti sul territorio.

I numeri non lasciano scampo alle interpretazioni di comodo. Mentre la partecipata del Comune gestisce budget milionari (oltre 40 l’anno) e lancia progetti dal naming accattivante come “Estate Addosso”, nei quartieri il disagio si cronacizza. L’abbandono scolastico al 14,6% e intere sacche di periferia segnate dal “potenziale disagio economico” gridano una verità scomoda: la pioggia di denaro pubblico sta bagnando solo la superficie, lasciando aride le radici del problema.

L’impatto fantasma

Il Comune di Messina, con i suoi assessorati alle politiche sociali e giovanili, ha davvero il polso della situazione? C’è contezza, negli uffici di Palazzo Zanca, dell’impatto effettivo di questi investimenti? L’impressione è che si sia costruita una formidabile macchina di assistenza – o di consenso, a voler pensar male – capace di erogare sussidi e opportunità a tempo, ma incapace di generare un cambiamento strutturale. Se dopo anni di “modello Messina” quasi un ragazzo su tre è ancora un Neet, significa che i soldi sono stati spesi, sì, ma non bene.

La propaganda che costa cara

Il dubbio che l’attività febbrile della Messina Social City serva più ad alimentare la narrazione politica che a risanare il tessuto sociale si fa strada tra le righe del report. I progetti si susseguono, le conferenze stampa pure, ma l’ago della bilancia del disagio giovanile non si sposta. È welfare o è un costoso maquillage elettorale pagato dai contribuenti?

L’affondo di Dafne Musolino

A puntare il dito contro questa discrepanza è intervenuta oggi Dafne Musolino. La senatrice di Italia Viva, commentando i dati Openpolis, non ha usato mezzi termini, smontando la retorica dell’amministrazione Basile. Per la Musolino, i numeri certificano il fallimento di una strategia che privilegia l’apparenza alla sostanza. «Siamo di fronte alla prova che gli annunci trionfalistici non corrispondono alla vita reale dei nostri ragazzi», è la sintesi della sua presa di posizione. La parlamentare ha evidenziato come le ingenti risorse assorbite dalle attività comunali rischino di trasformarsi in pura propaganda se non scalfiscono lo zoccolo duro della povertà educativa e lavorativa. «Messina merita politiche che creino futuro, non solo clienti di un sistema assistenziale», è il monito che arriva da Roma, diretto dritto al cuore di Palazzo Zanca.

musolino San Vincenzo Taormina
musolino San Vincenzo Taormina