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Messina: Estorsione con il metodo del “cavallo di ritorno”, arrestato esponente dei Bontempo Scavo

- 16/12/2025
elicottero cc

In manette un 54enne di Tortorici: chiedeva 1.000 euro a un allevatore per la restituzione del bestiame rubato.

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MESSINA – Un ritorno alle vecchie pratiche intimidatorie nelle campagne dei Nebrodi, stroncato dall’intervento dei Carabinieri e della DDA. Nella giornata di oggi, 16 dicembre 2025, i militari della Compagnia di Santo Stefano di Camastra hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 54enne di Tortorici.

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine e condannato in via definitiva per associazione mafiosa nell’ambito della storica operazione “Mare Nostrum”, è ritenuto un appartenente al clan dei “Bontempo Scavo”. Le accuse a suo carico sono pesanti: estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosi.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, l’indagato avrebbe preso di mira un allevatore di Castell’Umberto. Il meccanismo contestato è quello classico del “cavallo di ritorno”: la vittima sarebbe stata costretta, attraverso violenze e minacce, a pagare una somma di 1.000 euro per ottenere la restituzione di alcuni capi di bestiame che gli erano stati precedentemente sottratti.

La forza intimidatrice dell’indagato non risiedeva solo nelle minacce dirette, ma nella sua nota appartenenza al gruppo mafioso tortoriciano, capace di generare nella vittima una condizione di assoggettamento e omertà.

L’inchiesta è scattata nel giugno scorso grazie all’intuizione dei Carabinieri della Stazione di Cesarò. I militari avevano ritrovato i bovini, di cui era stato denunciato lo smarrimento, in un’area rurale molto distante dal luogo della sottrazione.

A insospettire gli investigatori sono stati due elementi chiave:

  • La significativa distanza tra i due comuni coinvolti.
  • La natura impervia del territorio che separa le due zone

Questi fattori hanno portato i Carabinieri a escludere l’ipotesi di un allontanamento autonomo degli animali, spingendoli ad avviare le investigazioni che hanno permesso di ricostruire la dinamica illecita e risalire al 54enne.

Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

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