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Cuzzocrea, mossa a sorpresa: rinuncia al Riesame sui 2,5 milioni sequestrati. La difesa: «Carte appena arrivate, ora tocca ai consulenti»

- 15/12/2025
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L’ex rettore evita lo scontro immediato sul maxi-sequestro. I legali prendono tempo per analizzare le 700 pagine dell’accusa. Ma l’8 gennaio c’è l’altra partita: quella sugli arresti domiciliari.

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Niente battaglia in aula, almeno per ora. Salvatore Cuzzocrea, l’ex Magnifico dell’Università di Messina travolto dallo scandalo dei rimborsi, sceglie la via del silenzio tattico e rinuncia al vaglio del Tribunale del Riesame. Al centro della contesa c’è quel “tesoro” da due milioni e mezzo di euro – tra conti correnti e beni – congelato nelle scorse settimane dalla Guardia di Finanza perché ritenuto frutto di peculato.

La decisione è arrivata questa mattina, lunedì 15 dicembre, direttamente dai legali dell’ex rettore, gli avvocati Giorgio Perroni ed Elena Florio. Nessun passo indietro nel merito, spiegano, ma una necessità tecnica. «Siamo venuti in possesso degli atti d’indagine solo pochi giorni fa», chiariscono i difensori. Una mole di documenti che richiede tempo e occhi esperti. Da qui la scelta di affidare tutto a un consulente di parte per una disamina certosina delle contestazioni, rinviando il confronto davanti al GIP a un momento successivo, quando la difesa avrà le armi cariche.

I sigilli restano dunque intatti. Due i blocchi che compongono il sequestro monstre: un primo decreto preventivo da 1,6 milioni di euro e un secondo provvedimento d’urgenza da circa 900mila euro. Soldi che, secondo la Procura guidata da Antonio D’Amato, Cuzzocrea avrebbe distratto dalle casse dell’Ateneo attraverso un «sofisticato meccanismo» di rimborsi gonfiati o inventati. Spese per la ricerca scientifica che, stando alle carte dell’accusa, finivano invece per coprire costi dell’azienda agricola di famiglia, acquisti per cavalli e persino materiale edile.

La rinuncia di oggi congela il fronte patrimoniale, ma la tregua giudiziaria durerà poco. Il calendario segna già una data cerchiata in rosso: l’8 gennaio 2025. Quel giorno si giocherà una partita ben più delicata dei soldi, quella sulla libertà personale. Il Riesame dovrà infatti decidere sull’appello della Procura contro il “no” del GIP alla richiesta di arresti domiciliari. E lì, la strategia del rinvio non sarà più un’opzione.

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