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Caos Medicina, tra “test su Telegram” e crollo degli idonei. Leanza: «Una vergogna, annullare le prove»

- 11/12/2025
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Mentre si consuma il “semestre filtro”, scoppia la bufera sulla regolarità dei test: foto in diretta dalle aule e risposte in vendita per pochi euro. Il PD all’attacco, ma i numeri certificano già il rischio flop.

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Non bastava la selezione durissima, quella che ha già decimato gli aspiranti camici bianchi nella prima sessione. Ora, sul nuovo sistema di accesso a Medicina, si allunga l’ombra del mercato nero. Foto delle prove scattate tra i banchi, test che viaggiano su Telegram alla velocità della luce, risposte vendute per poche decine di euro mentre migliaia di ragazzi provano a concentrarsi su Fisica e Chimica.

È un quadro desolante quello che emerge a margine del secondo appello del 10 dicembre, l’ultimo atto di un semestre sperimentale che rischia di naufragare tra irregolarità e numeri impietosi. A denunciare il collasso del sistema è l’onorevole Calogero Leanza, deputato regionale del PD e vicepresidente della Commissione Sanità dell’Ars, che parla senza mezzi termini di «spettacolo indegno».

Il paradosso della selezione

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«Da anni denunciamo le storture del numero chiuso, ma oggi siamo al paradosso», attacca Leanza, già primo firmatario di un disegno di legge per l’abolizione del numero chiuso all’Ars. Secondo il deputato, mentre gli studenti affrontano sacrifici enormi, economici e psicologici, sulle chat prospera un sistema parallelo. «Compaiono messaggi di chi dichiara apertamente di aver copiato o sostenuto l’esame in gruppo. Tutto questo non è solo un’irregolarità: è una vergogna per il Paese e un insulto a chi studia onestamente».

La richiesta politica è netta: intervento immediato del Governo e della ministra Bernini. «Non si può parlare di merito mentre si tollera un sistema che permette a chi paga e bara di avere un vantaggio. Si annullino le prove e si garantisca il diritto allo studio», incalza il parlamentare dem, pronto a sostenere i ricorsi collettivi degli studenti se non arriveranno risposte: «Se le istituzioni non saranno all’altezza, sarò al fianco dei ragazzi in ogni sede».

I numeri del flop

Al di là delle truffe online, è la stessa architettura del “semestre filtro” a scricchiolare sotto il peso dei dati. La prima sessione del 20 novembre si è rivelata una debacle: a livello nazionale, solo una percentuale tra il 10% e il 15% dei candidati ha superato tutte e tre le prove. Fisica resta lo scoglio insuperabile, con appena il 22-23% di idonei in almeno due materie.

La situazione a Messina fotografa perfettamente la crisi nazionale: su 991 partecipanti al primo appello, solo l’11,6% ha superato Fisica. Meglio Chimica (18,6%) e Biologia (35,7%), ma il quadro resta critico. Se il trend venisse confermato anche per la sessione di ieri, si verificherebbe un cortocircuito storico: i posti disponibili negli atenei potrebbero superare il numero degli studenti idonei.

Il piano B del Ministero

Di fronte al rischio di aule vuote, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini corre ai ripari. Dopo le polemiche di novembre, ha escluso l’ipotesi del flop assicurando che la graduatoria «sarà completamente riempita». Il Mur sta valutando una sanatoria de facto: ammettere anche i candidati che non hanno raggiunto la soglia del 18, imponendo però l’obbligo di recuperare i debiti formativi (OFA).

La tabella di marcia è stretta: assegnazione all’ateneo, corso di recupero lampo tra gennaio e febbraio 2026 e prova finale locale. «Siamo a dicembre, il semestre finisce a febbraio», ha spiegato la Ministra in Senato. Ma tra ricorsi annunciati e chat su Telegram che ribollono, la strada per i futuri medici sembra più una corsa a ostacoli che un percorso di merito.

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