

Per i lavoratori dei supermercati ex Gicap questi sono i giorni più lunghi e amari. Il prossimo 31 dicembre non segnerà solo la fine dell’anno, ma la scadenza definitiva del contratto di affitto del ramo d’azienda alla società Ergon. Una data che rischia di trasformarsi in un baratro per 190 famiglie complessive, di cui circa 150 su Messina. La vertenza, definita ormai una “storia infinita” iniziata nel 2019, è arrivata al suo punto critico: senza alternative immediate, dal primo gennaio 2025 scatterà il licenziamento collettivo e l’unica prospettiva rimasta sarà la Naspi.
La situazione commerciale è drammatica. La Ergon, che aveva preso in gestione 39 punti vendita tra Sicilia e Calabria, ne ha acquisiti 21 e ceduti due, ma per i restanti 16 supermercati, quasi tutti situati nella provincia peloritana, non ha manifestato interesse a proseguire la gestione nel 2026. Il destino di questi negozi a marchio Ard sembra segnato: saracinesche abbassate e scaffali vuoti rischiano di diventare il simbolo permanente di una crisi che travolge vite e territori.
Di fronte a questo scenario, la mobilitazione è stata immediata. Cgil Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno promosso un presidio di protesta alla Passeggiata a mare, ottenendo un incontro veloce ma proficuo in Prefettura. La richiesta portata ai tavoli del Palazzo di Governo è chiara e dettata dalla necessità: secondo il Tribunale di Messina non ci sono altre vie se non quella della Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS). I rappresentanti della Prefettura, ascoltate le ragioni dei sindacati, hanno garantito un intervento rapido per sollecitare Regione e Ministero del Lavoro all’attivazione della procedura. L’obiettivo è tutelare il futuro delle maestranze e guadagnare tempo prezioso.
«Siamo molto soddisfatti del colloquio avuto stamane – hanno commentato i segretari Giuseppe Ragno (Filcams Cgil Messina), Maria Manna (Fisascat Cisl) e Francesco Rubino (UILTuCS) – è stata una manifestazione molto partecipata e abbiamo raggiunto il nostro scopo. La Prefettura si è dimostrata molto sensibile al tema. Speriamo che ora il prossimo passo sia l’ok del Ministero alla cassa integrazione straordinaria, unico mezzo che può evitare, almeno temporaneamente, il licenziamento dei nostri iscritti».
Resta sul tavolo un’ultima, flebile speranza per evitare la chiusura definitiva a San Silvestro. Il Tribunale ha aperto i termini per un’asta che, di fatto, è a costo zero per eventuali nuovi investitori. La CIGS servirebbe proprio a traghettare i lavoratori verso il 2026, mantenendo i livelli occupazionali vivi in attesa di un’acquisizione. Ma la domanda di queste 190 famiglie è una sola: esistono imprenditori pronti a farsi avanti o l’asta andrà deserta?










