
Scontro sui torrenti, Musolino blinda Sciacca: «Querela di Basile atto volto a silenziare il dissenso, pagato dai cittadini»

MESSINA – Si infiamma lo scontro politico sulla gestione della sicurezza idrogeologica in città. A riaccendere le polveri è la decisione dell’amministrazione guidata da Federico Basile di procedere per le vie legali contro l’ingegnere Gaetano Sciacca, presidente del Comitato Messina 3S. A scendere in campo in difesa del tecnico è la senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino, che con una nota durissima bolla l’azione del Sindaco come un tentativo di «silenziare il dissenso» utilizzando risorse pubbliche.
La vicenda nasce dall’attività di monitoraggio del Comitato, che aveva presentato un esposto per chiedere conto della sicurezza delle opere pubbliche realizzate a copertura dei torrenti cittadini. Di fronte a quella richiesta di accertamento, la risposta di Palazzo Zanca è stata una querela. Un cortocircuito istituzionale che la senatrice Musolino non esita a definire inaccettabile: «L’ingegnere Sciacca ha esercitato un diritto sacrosanto: chiedere conto della sicurezza di opere pubbliche realizzate sopra i torrenti. Di fronte al silenzio ostinato da parte degli uffici competenti, l’esposto rappresenta l’unico strumento rimasto al cittadino per ottenere risposte. Confondere la richiesta di accertamento dei fatti con un attacco personale è indice di scarsa cultura istituzionale o, ancora peggio, espressione di una mentalità che pensa di silenziare il dissenso ricorrendo all’azione legale», attacca la parlamentare, sottolineando come l’esposto fosse rimasto l’unico strumento disponibile di fronte al «silenzio ostinato» degli uffici competenti.
Ma è sul fronte economico che la polemica si fa più aspra. La Musolino punta l’indice contro la scelta del Sindaco di attingere al bilancio comunale per finanziare l’azione legale, affidandosi a un avvocato esterno nonostante la presenza di un’Avvocatura interna all’Ente.
«Se Federico Basile si sente leso nell’onore per le legittime perplessità sollevate da un comitato civico, lo faccia a spese sue», tuona la senatrice. L’accusa è precisa: utilizzare i soldi dei contribuenti per un’operazione percepita come intimidatoria verso chi pone questioni di pubblica sicurezza. «Non si comprende perché il Sindaco ritenga lecito addossare il costo di questa operazione sulle tasche dei cittadini», incalza l’esponente di Italia Viva, chiedendo al Primo Cittadino di desistere dall’usare le casse comunali per le proprie battaglie legali o di pagare di tasca propria.
La senatrice conclude respingendo con forza quello che definisce un «metodo» che qualifica chi lo adotta, ribadendo piena solidarietà a Sciacca e al diritto della cittadinanza di ottenere risposte chiare sulla sicurezza del territorio senza il timore di ritorsioni legali.










