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Ars, depositata la mozione di sfiducia contro Schifani: opposizioni compatte chiedono l’urgenza

- 25/11/2025
Opposizione ARS
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La sfida è stata lanciata ufficialmente oggi, puntuale alle ore 15. I gruppi parlamentari di opposizione all’Assemblea Regionale Siciliana hanno depositato la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, Renato Schifani, richiedendo contestualmente la procedura d’urgenza.

Il documento, atto politico di massima gravità istituzionale, reca in calce le firme di 23 parlamentari appartenenti al Movimento 5 Stelle, al Partito Democratico e a Sud chiama Nord – Controcorrente. L’obiettivo dichiarato è quello di anteporre il giudizio sull’operato del Governatore ai lavori sulla legge di bilancio, costringendo il vertice della Regione a un confronto diretto in aula.

«Ora – scrivono in una nota congiunta i capigruppo Antonio De Luca (M5S), Michele Catanzaro (Pd) e Ismaele La Vardera (Controcorrente) – la si porti subito in Aula per la discussione prima della finanziaria. Schifani sarà costretto finalmente a ritrovare la strada per Sala d’Ercole che ha smarrito da tempo».

La matematica d’aula e la caccia ai 13 voti

Se il segnale politico è forte, la strada parlamentare appare in salita. La mozione è blindata dalle firme dei 23 deputati dell’opposizione, ma per ottenere l’effetto sperato — ovvero mandare a casa il governo Schifani — il regolamento d’Aula impone il raggiungimento di quota 36 voti. Per ribaltare il tavolo, dunque, servirebbero almeno 13 voti provenienti dalla maggioranza: una manovra complessa che punta a scardinare la compattezza del centrodestra sfruttando i malumori interni.

Il contesto: la bufera giudiziaria sulla maggioranza

A dare peso all’iniziativa delle opposizioni non è solo la critica politica, ma il pesante quadro giudiziario che sta interessando diversi esponenti della coalizione di governo. Oltre al terremoto che ha recentemente investito la Democrazia Cristiana e il suo leader Totò Cuffaro, il testo della mozione punta i riflettori sulle posizioni di due assessori di peso.

Le opposizioni ricordano infatti i casi di Luca Sammartino (Lega), attualmente a processo per corruzione elettorale, e di Elvira Amata (Fratelli d’Italia), per la quale proprio ieri è giunta la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di corruzione. Un clima di incertezza che M5S, Pd e Controcorrente intendono portare al centro del dibattito a Sala d’Ercole prima che si apra la sessione di bilancio.

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