
PARTE DELL’”ARCHIVIO QUASIMODO”, DA MESSINA DOV’È CUSTODITO NELLA GALLERIA D’ARTE MODERNA “LUCIO BARBERA” DELLA CITTÀ METROPOLITANA, SARÀ TRASFERITO A ROCCALUMERA!

di NINO PRINCIPATO
9 gennaio 1679, ore 22 circa, Francisco de Benavides conte di Santisteban del Puerto Vicerè di Sicilia, trafuga dal campanile del Duomo di Messina dove erano custodite, ben 1426 pergamene datate dall’anno 1037 al 1632, per punire la città che si era ribellata alla Spagna nel 1674-78, dichiarandola “morta civilmente e indegna di ogni onore”. Questi preziosissimi e unici documenti della storia di Messina, dal 1993 si trovano indebitamente a Toledo, presso l’Hospital de San Juan Bautista, sezione dell’Archivio della Casa Medinaceli: non sono più state restituite alla città proprietaria.
1877, la più antica lettera d’Europa scritta dalla contessa Adelasia a Messina il 25 marzo 1109 su carta bambagina araba, viene indebitamente trasferita temporaneamente nell’Archivio di Stato di Palermo insieme a 2241 pergamene appartenuti agli archivi di San Filippo di Fragalà, Santa Maria della Maddalena di Valle Giosafat e Santa Maria di Malfinò, tutti monasteri messinesi soppressi dopo la legge del 1866: non sono più state restituite alla città proprietaria.

1908, dopo il sisma, l’importante archivio di documenti medievali e successivi della chiesa della “Cattolica” Santa Maria del Graffeo di rito greco-orientale che sorgeva all’inizio di via Primo Settembre in adiacenza a Piazza Duomo, viene portato provvisoriamente a Palermo dove rimarrà. Mai più restituito a Messina.
1674-78. Dopo la fallita rivolta anti spagnola, migliaia di messinesi si imbarcarono sulle galere francesi per fuggire in Francia. Le più alte cariche pubbliche della città portarono con loro pergamene e preziosi manoscritti medievali, il cosiddetto, cospicuo “Fondo Messina”, ricco di privilegi e concessioni regie dell’XI-XIII secolo. Conservato nella “Nouvelle Biblioteque de Paris”, non è mai stato restituito alla città.
Ottobre 2025, l’Archivio di Stato di Messina viene trasferito a Riposto (CT) in un magazzino della “Sikelia Archivi” a causa dello sfratto dai locali di via Avellino n.1, come soluzione temporanea in attesa di una nuova sede, se verrà e quando verrà (ma la storia insegna che non c’è nulla di più definitivo di ciò che nasce come provvisorio).

25 settembre 2025. Il sindaco della Città Metropolitana di Messina Federico Basile e il sindaco di Roccalumera Giuseppe Lombardo, presente il direttore generale Giuseppe Campagna, sottoscrivono un protocollo d’intesa col quale si stabilisce il trasferimento di una parte dell’archivio del poeta Salvatore Quasimodo dalla Galleria d’arte moderna e contemporanea “Lucio Barbera” in via 24 Maggio della Città Metropolitana dov’è custodito ed esposto alla pubblica fruizione, all’Antica Filanda di Roccalumera per cinque anni e rinnovabile. L’archivio venne acquistato dalla Città Metropolitana nel 1999 per 610 milioni delle vecchie lire.
E ciò avviene quando l’articolo 20 comma 2 così recita: “Gli archivi pubblici e gli archivi privati per i quali sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell’articolo 13 non possono essere smembrati” e in ogni caso, deve preliminarmente essere acquisita l’autorizzazione del Ministero dei Beni Culturali (Soprintendenza) come disciplinato dal successivo articolo 21.
Un trasferimento che non ha ragione di esistere perché Quasimodo non è nato a Roccalumera ma a Modica dove ancora c’è la casa natale, a Roccalumera vivevano solo i suoi parenti mentre il poeta ha vissuto a lungo a Messina
Continua lo scippo dei documenti di Messina patrimonio e testimonianza della sua memoria storica (del fatto se n’è occupata di recente anche la senatrice Dafne Musolino) e stavolta, ed è assurdo e ingiustificabile, per iniziativa del suo stesso sindaco Federico Basile!











Mistificazione a scopo politico . Salvatore Quasimodo era di Roccalumera. Li e’ sepolto il padre Sig. Gaetano e la sorella Rosina , moglie di Elio Vittorini . A Roccalumera verrebbe trasferito ciò che non si trova esposto ed è ancora non visibile al pubblico . L’Arch Principato durante una sua visita al parco letterario che si trova appunto a Roccalumera, insisteva che Quasimodo era “ modicano” e ciò costrinse i responsabili del parco a correggere tale madornale disinformazione che purtroppo molti messinesi hanno ripetuto negli anni , negando o ignorando i fatti . Il Poeta Ferrau’ fu amico di Salvatore Quasimodo e tra i primi ad accorrere a Napoli per la sua morte .
Il poeta Ferraù era lo zio di mia moglie. Di quella visita ho una foto