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Via Don Blasco, il “modello” affonda alla prima pioggia: sottopasso allagato e tilt dei sistemi di sicurezza

- 19/11/2025
Foto da FB Francesco Bonaccorso
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Il battesimo dell’acqua è stato impietoso. A Messina bastano le prime piogge autunnali per spazzare via i sorrisi di circostanza e le fasce tricolori. La nuova Via Don Blasco, presentata come l’arteria della svolta per la viabilità cittadina, si è trasformata in poche decine di minuti in una trappola per automobilisti, smentendo nei fatti le rassicurazioni tecniche e politiche delle scorse settimane.

Sembrava tutto perfetto, “almeno a parole”, come sussurrano ora i residenti inferociti. L’inaugurazione del nuovo tratto, con in testa il sindaco Federico Basile, doveva segnare la fine dei disagi. Invece, al primo vero banco di prova meteorologico, l’infrastruttura ha mostrato tutti i suoi limiti progettuali. Non si è trattato di un semplice ristagno: 45 minuti dopo la fine dell’acquazzone, il sottopasso risultava ancora completamente allagato, impraticabile, un bacino idrico artificiale nel cuore della città.

Il fallimento della tecnologia

L’aspetto più grave, tuttavia, non è solo l’acqua alta – triste “tradizione” della zona – ma il fallimento dei sistemi di sicurezza. Il sistema semaforico intelligente, installato proprio per interdire il traffico in caso di allagamento e prevenire incidenti, non ha funzionato come promesso. Le auto si sono trovate di fronte al lago urbano senza un’adeguata segnalazione preventiva, rischiando di rimanere impantanate o peggio.

Tombini come geyser

La pressione delle acque ha fatto saltare i tombini, trasformando la strada in un percorso a ostacoli pericolosissimo. Una scena che ripropone interrogativi inquietanti: com’è possibile che un’opera nuova, costata anni di attesa e milioni di euro, presenti le stesse vulnerabilità idrauliche del passato? La Via Don Blasco ridotta a piscina non è una novità per i messinesi, ma vederla collassare così, nel suo tratto più moderno e appena consegnato, ha il sapore amaro della beffa. Tra progetti sulla carta e realtà dell’asfalto (e del fango), a Messina c’è ancora un abisso che nessun taglio del nastro riesce a colmare.

Foto da FB Francesco Bonaccorso

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