11 views 3 min 0 Comment

MESSINA, “DISASTRO AMBIENTALE” NEL TORRENTE GUIDARI: SEQUESTRATA AREA DI 200MILA MQ. RIFIUTI INTERRATI E RISCHIO ESONDAZIONI

- 19/11/2025
carabinieri incendio rifiuti roccalumera
WhatsApp vds

Messina, 19 novembre 2025 – Un vero e proprio “sfruttamento criminale” del territorio, capace di modificare la conformazione naturale dei luoghi e mettere a rischio la sicurezza idrogeologica della zona. È quanto emerso da una complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, che ha portato oggi al sequestro preventivo di una vasta area adibita a discarica abusiva e di un complesso aziendale legato allo smaltimento rifiuti.

L’operazione, condotta congiuntamente dai Carabinieri della Compagnia di Messina Sud e dal Reparto di Polizia Ambientale della Polizia Municipale, scaturisce da un decreto emesso dal Tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso del PM dopo un iniziale rigetto del GIP. Al centro dell’inchiesta, tre imprenditori accusati di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale, reati perpetrati in concorso dal 2020 ad oggi.

Il “sistema” e l’interramento nel torrente Le indagini, avviate nel giugno 2023 con l’ausilio di droni, pedinamenti e intercettazioni, hanno svelato un quadro allarmante. Secondo gli inquirenti, esisteva un sodalizio criminale che gestiva in modo spregiudicato ingenti quantità di rifiuti speciali e pericolosi, prevalentemente scarti di demolizioni e cantieri edili. Il modus operandi era sistematico: i rifiuti venivano conferiti nell’impianto, ma solo il 10% veniva correttamente recuperato. La gran parte del materiale restava nel sito, venendo scaricata direttamente nell’impluvio del torrente Guidari e poi interrata dai dipendenti della ditta, che ricoprivano tutto con terreno vegetale.

Rischio idrogeologico e opere pubbliche contaminate Le conseguenze ambientali descritte dagli inquirenti sono gravissime. L’accumulo e la compattazione dei rifiuti hanno creato “insidiose barriere artificiali” e terrazzamenti abusivi su una superficie di circa 200.000 metri quadrati, alterando il normale decorso delle acque e aumentando il rischio di smottamenti ed esondazioni in un territorio già fragile. Un aspetto inquietante dell’indagine riguarda la destinazione di questi materiali. È emerso infatti che i rifiuti, accompagnati da false certificazioni, venivano utilizzati come materiale di riempimento per opere pubbliche. Tra queste figura il parcheggio di “Contemplazione”, già sequestrato a maggio scorso, dove le analisi hanno confermato la natura di rifiuto del materiale scaricato tra i blocchi dell’arenile.

L’attività tecnica, supportata da ARPA Sicilia, ARPA Calabria e dai Vigili del Fuoco, ha permesso di datare l’inizio dell’attività di abbandono addirittura al 2015. Oltre ai tre imprenditori, risultano indagati anche diversi soggetti che conferivano i rifiuti nell’impianto.

carabinieri incendio rifiuti roccalumera