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Dalla “Milano da bere” all’incubo: è di Ragusa il 22enne reso invalido dalla ferocia del branco

- 19/11/2025
Ferimento Milano
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Dietro la notizia di cronaca che ha scosso l’Italia intera, con immagini brutali rimbalzate da un telegiornale all’altro, c’è un dolore che colpisce al cuore la comunità iblea. Il giovane studente della Bocconi, aggredito e accoltellato a Milano lo scorso ottobre, è “figlio” di Ragusa. Una rivelazione che trasforma lo sdegno nazionale in uno shock intimo e profondo per una città che ha visto crescere quel ragazzo, oggi costretto in un letto d’ospedale con una diagnosi terribile: danni permanenti che lo renderanno invalido.

Sebbene nato a Milano nel 2003, il 22enne è cresciuto a Ragusa, dove la famiglia si era trasferita quando lui era ancora bambino. Non è un nome qualunque: appartiene a una nota famiglia di imprenditori, con un nonno che è stato un celebre costruttore edile, figura iconica per lo sviluppo urbanistico della città, e un padre che ne ha seguito le orme prima di spostare gli interessi in Lombardia.

Il giovane viene descritto come una mente brillante e aperta a 360 gradi. Durante il suo percorso scolastico a Ragusa si era distinto ottenendo premi in diversi concorsi di scrittura in prosa. Ma la sua creatività non si fermava alla penna: recitazione, danza, una passione smisurata per la cinematografia e l’arte. Un futuro luminoso che lo aveva riportato a Milano per frequentare la prestigiosa università Bocconi.

L’aggressione, avvenuta il 12 ottobre scorso, si consuma in pochi minuti di pura follia. Sono quasi le 3 di notte, all’incrocio tra via Montegrappa e via Rosales, zona della movida milanese. Il giovane è solo, ha bevuto un po’. Viene avvicinato da un gruppo di cinque ragazzi — tre 17enni e due 18enni, tutti provenienti da Monza e dintorni.

La dinamica è quella predatoria del branco:

  • L’approccio: Chiedono una sigaretta, poi fanno commenti sprezzanti («Guarda come sei ridotto»).
  • Il pretesto: Chiedono di cambiare dei soldi. Quando il 22enne estrae le banconote, uno del gruppo gli strappa 50 euro dalle mani e scappa.
  • La reazione: Lo studente tenta di inseguirli per recuperare il denaro. È la fine.

Il pestaggio è brutale: calci e pugni anche quando è già a terra. Poi spuntano i coltelli. Due fendenti, uno al gluteo e uno al fianco sinistro. Colpi inferti con una violenza tale da perforare un polmone e lesionare il midollo spinale.

I soccorsi arrivano alle 3:09. Il ragazzo è in fin di vita, in shock emorragico. I medici della Terapia Intensiva confermeranno poi che è arrivato “a un passo dal decesso”. Salvato grazie a trasfusioni massicce e un duplice intervento chirurgico, il prezzo pagato è altissimo: rimarrà paraplegico. I danni riportati agli apparati urologico, intestinale e sessuale sono stati definiti irreparabili.

Lui ricorda poco o nulla. «Ho solo alcuni flash», ha raccontato, apprendendo la verità sulla sua condizione solo dai medici e dai familiari. Nonostante le cure avanzate previste per i prossimi sei mesi, il recupero motorio è considerato altamente improbabile.

A rendere la vicenda ancora più grottesca è il comportamento degli aggressori post-reato. Uno di loro, non pago della violenza, ha commentato con beffarda arroganza un video su TikTok della consigliera leghista Silvia Sardone, che denunciava l’insicurezza a Milano: «Il 7 non l’hanno scoperto ancora», alludendo al fatto di essere sfuggito ai conteggi delle aggressioni del weekend.

La giustizia, però, ha presentato il conto martedì scorso. Gli agenti del commissariato Garibaldi Venezia hanno arrestato i cinque responsabili. L’accusa è pesantissima: tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata in concorso. Per i due maggiorenni si sono aperte le porte di San Vittore, per i tre minorenni quelle del carcere minorile Beccaria.

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