

Nuovi fondi per un’opera che molti messinesi considerano già invasiva e scarsamente utilizzata. La pista ciclabile “Cairoli – Stazione F.S. – Passeggiata a mare” ottiene il via libera a una perizia di variante e suppletiva. Costo aggiuntivo: 243mila euro, per modifiche sul tratto di via Cesare Battisti. Ma l’utilità dell’intervento scatena l’immediata polemica politica.
A sollevare il caso è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Dario Carbone, che ha richiesto la convocazione urgente della I Commissione Consiliare (viabilità e lavori pubblici) per discutere “modalità e tempistiche dell’ennesimo cantiere”.
“Aprirà a breve l’ennesimo cantiere in città“, dichiara Carbone. “Mi chiedo la reale utilità di questa ulteriore pista ciclabile, considerata la drammatica situazione viabile del Centro di Messina e l’inutilizzo di quelle esistenti“.
Il consigliere chiede un confronto diretto alla presenza dell’Assessore Mondello e dei dirigenti competenti. Carbone ricorda la sua battaglia in Consiglio Comunale contro “l’abnorme quantitativo” di piste ciclabili inserite nel PUMS. “Mi fu risposto che l’inserimento nel PUMS delle stesse non avrebbe equivalso automaticamente alla loro realizzazione: questo è il risultato“, chiosa sarcasticamente.
L’affondo finale è sul metodo: “È paradossale come queste scelte vengano calate dall’alto dall’Amministrazione, con la previsione di delibere di giunta e senza alcun coinvolgimento del Consiglio Comunale“.
La polemica si accende su un intervento finanziato con fondi Pnrr (per un totale di 1 milione e 15mila euro) e aggiudicato nel dicembre 2023. La perizia di variante, firmata dal direttore dei lavori, l’ing. Antonio Rizzo, comporta ora un significativo aumento dell’importo dei lavori.
Si tratta di un maggior importo netto pari a 243mila euro. Una cifra che rappresenta quasi il 50% dell’importo contrattuale iniziale (circa 500mila euro). Tecnicamente, l’intervento in via Cesare Battisti (dall’incrocio con via Tommaso Cannizzaro) prevede il rifacimento e l’allargamento del marciapiede di un metro e lo spostamento dei lampioni.
Sebbene dall’Amministrazione si precisi che i fondi per la variante trovano copertura nelle somme a disposizione e nelle economie generate dal ribasso d’asta, resta la domanda politica sollevata da Carbone: altri soldi, Pnrr o meno, per un’opera che i messinesi sembrano non volere?










