66 views 3 min 0 Comment

Inchiesta appalti, l’interrogatorio di Raso snodo cruciale. Attesa la decisione del GIP sulle richieste d’arresto per Cuffaro.

- 17/11/2025
cuffaro

“Regista occulto”: l’inchiesta su Cuffaro e gli appalti in Sicilia. Decisivo l’interrogatorio di Vito Raso.

WhatsApp vds

Giornata determinante per l’inchiesta palermitana su appalti pilotati e nomine, che vede l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, indicato dagli inquirenti come il «regista occulto» di un presunto “comitato d’affari”. I riflettori sono puntati sull’interrogatorio preventivo di Vito Raso, il cui esito potrebbe avere ripercussioni dirette sulle decisioni del GIP riguardo le richieste di arresto avanzate dalla Procura.

Raso, figura considerata fedelissima a Cuffaro sin dai tempi della presidenza regionale, è ritenuto dagli investigatori un elemento chiave del nuovo sistema, con un ruolo di “muro di gomma e intermediario“.

L’informativa degli inquirenti pone l’accento su alcune frasi intercettate, attribuite al gruppo, considerate emblematiche dell’obiettivo finale: «prenderemo nuovamente il controllo» e «rimetteremo le mani dappertutto». Secondo l’accusa, l’obiettivo era il controllo politico delle poltrone per ottenere “aiutini e spintarelle” da capitalizzare al momento delle elezioni.

È sempre Raso, già membro dello staff dell’ex assessora regionale Nuccia Albano, a rivelare, in un’intercettazione del 16 gennaio 2024, il presunto progetto di Cuffaro di ricandidarsi alla guida della Regione. «Raso dimostrava di conoscere, quasi in via esclusiva, le vere intenzioni di Cuffaro», scrivono gli investigatori. «A un interlocutore rimasto ignoto, Raso riferiva che Cuffaro aveva in progetto di candidarsi quale Presidente della Regione, nonostante non lo avesse rivelato ad alcuno».

L’attenzione è ora rivolta alle risposte che Raso fornirà al giudice. Una volta conclusa la fase degli interrogatori, scatterà il conto alla rovescia per il deposito dell’ordinanza del GIP, che dovrà accogliere o rigettare le richieste di misura cautelare per Cuffaro e gli altri indagati.

Sul fronte politico, l’inchiesta ha generato una netta reazione da parte della Democrazia Cristiana. Il segretario regionale del partito in Sicilia, Stefano Cirillo, ha respinto l’equiparazione tra l’azione della magistratura e il partito stesso.

«Si sta facendo strada, usando il clamore mediatico, in una parte dell’opinione pubblica, un’idea profondamente distorta e pericolosa, quella secondo cui un partito politico, in quanto tale, possa essere etichettato come «sistema criminale», ha dichiarato Cirillo. «Si tratta di un’affermazione grave, fuorviante e lesiva dei principi fondamentali della nostra Costituzione».

Cirillo ha ribadito che «le responsabilità penali sono sempre e soltanto personali», sottolineando come nella Democrazia Cristiana vi siano «storie limpide, percorsi di legalità, persone che hanno scelto la via del servizio spesso nel silenzio e senza cercare privilegi». Il segretario regionale ha concluso ribadendo che il partito difenderà i valori costituzionali e la dignità della partecipazione politica, perché «un partito non si può “arrestare”».

cuffaro2