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MESSINA. TORRENTE ZAFFERIA: CALABRÒ E CANTELLO INCALZANO L’AMMINISTRAZIONE. “BASTA VIVERE NEL TERRORE, SERVONO INTERVENTI STRUTTURALI”

- 14/11/2025
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L’ennesima ondata di maltempo riaccende i riflettori sulle fragilità idrogeologiche del territorio messinese, e in particolare sulla situazione critica del torrente Zafferia. A sollevare la questione, con una nota ufficiale indirizzata al Sindaco Federico Basile e agli assessori Caminiti e Minutoli, sono i consiglieri comunali Felice Calabrò e Mirko Cantello.

L’allarme dei residenti: “Si teme il peggio ad ogni pioggia”

Le cospicue precipitazioni delle ultime settimane hanno riportato la paura tra gli abitanti delle contrade Fornace, Cuba e Chiesa Vecchia. I residenti, memori dei disastri sfiorati negli anni passati, vivono ormai ogni allerta meteo con l’angoscia per la propria incolumità e per l’integrità delle proprie abitazioni. Una condizione psicologica insostenibile che vede intere famiglie minacciate ogni qual volta si preannuncia un temporale.

La denuncia politica: attenzione scemata dopo l’emergenza

I consiglieri Calabrò e Cantello non usano mezzi termini nel descrivere l’atteggiamento delle istituzioni: “Appare ai nostri occhi, ma soprattutto agli occhi della cittadinanza, che passata l’emergenza sia scemata l’attenzione sulle evidenti criticità esistenti”. Una percezione di abbandono che stride con i doveri dell’Ente locale, chiamato in prima linea alla tutela dei diritti primari e della sicurezza dei cittadini.

La richiesta: servono opere definitive, non tamponi

La nota protocollata in data odierna, 14 novembre 2025, pone all’Amministrazione quesiti precisi. I consiglieri chiedono di conoscere nel dettaglio:

  • Quali interventi sono stati posti in essere finora.
  • Quali interventi sono previsti per il futuro immediato.

L’obiettivo è chiaro: non bastano più azioni tampone. Calabrò e Cantello invitano Palazzo Zanca a porre in essere “azioni necessarie a garantire in tempi rapidi interventi strutturali adeguati“. Solo opere definitive potranno restituire serenità a una porzione di cittadinanza che non può più permettersi di guardare il cielo con terrore.

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