318 views 3 min 0 Comment

Taormina Social City: un “modello Messina”? Già 200.000 euro di consulenze con il sistema degli affidamenti diretti.

- 10/11/2025
de luca lo giudice

Ma una partecipata (per non dire quattro) serve davvero a Taormina?

WhatsApp vds

La nuova società partecipata del Comune, la Taormina Social City, muove i primi passi. Nata per gestire l’intero comparto del welfare cittadino – dai servizi sociali agli asili nido, dall’assistenza ai disabili allo scuolabus, fino alla casa di riposo “Carlo Zuccaro” e alla gestione di impianti sportivi e verde pubblico – la società presieduta da Silvia Strazzeri vive una doppia velocità.

Da un lato, vanno avanti le complesse procedure per la selezione del personale. Si formano le graduatorie di idonei ed esclusi per medici, infermieri, operatori socio-sanitari e amministrativi. Dall’altro, la dirigenza ha già iniziato a siglare corposi affidamenti diretti a professionisti esterni.

Negli ultimi giorni, con la firma del direttore generale facente funzioni Giuseppe Bartorilla, sono stati assegnati tre incarichi per un totale che supera i 200.000 euro, Iva esclusa.

Il provvedimento più rilevante riguarda la consulenza aziendale: tenuta delle scritture contabili, adempimenti tributari e controllo di gestione. Un compito affidato al dott. Antonino Musicò, commercialista di Messina, per un importo di 135.000 euro più Iva. Una cifra scelta con cura: è di poco inferiore alla soglia comunitaria di 140.000 euro, limite che consente l’affidamento diretto senza gara d’appalto.

Un dettaglio: il dott. Antonino Musicò, 37 anni, risulta avere lo studio allo stesso indirizzo di Antonio Musicò, 65 anni. Quest’ultimo, lo scorso dicembre, aveva ricevuto dal Comune un altro incarico, da 29.182 euro, per il “supporto specialistico” alla costituzione delle nuove società partecipate.

Il secondo incarico, per la consulenza del lavoro, va al dott. Michele Siliato, anch’egli di Messina. Gestirà l’elaborazione delle buste paga, gli adempimenti previdenziali e le dichiarazioni fiscali fino al 31 dicembre 2026, per un compenso di 66.000 euro più Iva.

Infine, lo studio Nancy Pino Consulting di Saponara si occuperà della sicurezza sul lavoro e dei corsi di formazione, per un costo di 5.190 euro.

Un metodo che a Messina suona familiare. È lo stesso sistema su cui da anni si poggia la Messina Social City: un ricorso sistematico ad affidamenti diretti “sotto soglia”. È uno schema che, come si vede, produce uno “spezzettamento” di cifre che, se sommate, dovrebbero probabilmente essere soggette a un bando pubblico, come impone la legge sugli appalti.

Ma le domande, di fronte a questo modello, sono più profonde. La prima: il comprensorio taorminese, per numero di abitanti, giustifica la creazione di una struttura societaria così complessa e costosa?

La seconda guarda all’ispirazione: l’esempio messinese è anche foriero di una massa enorme di costi che gravano sulla comunità, tra una mole sproporzionata di assunzioni e la proliferazione di nuovi Consigli di Amministrazione. Costi che, però, non sembrano produrre un servizio di qualità proporzionato alla spesa.

Resta il paradosso politico. Il politico che più di tutti ha costruito la propria campagna elettorale ergendosi a strenuo difensore della spesa pubblica, denunciando le partecipate come “bancomat” della politica, si ritrova oggi a essere il più prolifico creatore di partecipate della storia.

de luca giunta taormina
triolo banner
triolo banner