Sul tavolo la testa dell’assessore Albano (DC) o la rottura totale con Cuffaro. Lombardo invoca l’azzeramento, Fratelli d’Italia frena. La maggioranza si sbrana sull’inchiesta di Palermo.
L’ora “X” è scattata alle 13 di oggi. Renato Schifani ha convocato la Giunta al completo, con richiesta di presenza obbligatoria per tutti gli assessori. Non un pranzo di lavoro, ma una resa dei conti. Sul tavolo c’è lo scioglimento della riserva sull’inchiesta di Palermo che sta scuotendo dalle fondamenta il governo regionale. La situazione è grave.
Il veleno, secondo quanto emerge, arriva dalle intercettazioni che “inquinano” l’assessorato alla Famiglia. La dirigente Letizia Di Liberti è già stata sospesa. Ma a Schifani, evidentemente, non basta.
Gli scenari sul tavolo del Presidente sono due, entrambi con un prezzo politico altissimo.
- La rimozione mirata: La prima opzione è la testa di Nuccia Albano, assessore alla Famiglia. Sarebbe la mossa chirurgica per isolare il presunto “inquinamento” e dare un segnale all’opinione pubblica e alla magistratura.
- Lo strappo politico: La seconda opzione è molto più drastica e segnerebbe una frattura insanabile. La revoca delle deleghe ad Andrea Messina, altro assessore della Democrazia Cristiana, significherebbe una dichiarazione di guerra a Totò Cuffaro e la fine dell’alleanza con la DC.
A complicare il quadro, la denuncia dei sette esercizi coinvolti nell’indagine, che lamentano rischi per la stabilità della coalizione, ma anche – dettaglio surreale emerso dalle carte – pressioni sul prezzo e la confezione dei prodotti. Un intreccio che lega la politica ai corridoi della burocrazia e, a quanto pare, anche al mercato.

Il caos degli alleati
Come in ogni crisi, la coalizione si sbrana. Schifani intende mantenere l’interim degli assessorati coinvolti, centralizzando il controllo, ma gli alleati hanno idee diverse.
Raffaele Lombardo ha fiutato l’odore del sangue e ha chiesto la mossa più radicale: l’azzeramento totale della Giunta. Una richiesta che Schifani ha già liquidato come “poco opportuna”.
Il centrodestra è spaccato.
Luca Sbardella, commissario siciliano di Fratelli d’Italia, si oppone al “repulisti” totale e si allinea, di fatto, al Presidente: «Non ha senso punire assessori che hanno lavorato bene, bisogna agire caso per caso». Una frenata per evitare che la crisi di un alleato (la DC) diventi un problema per tutti.
Forza Italia, dal canto suo, esprime “cautela”. Una parola in codice per segnalare che la situazione è esplosiva, consapevole delle “delicate situazioni personali” di molti degli esponenti coinvolti.
Tutti gli altri sono solo “rumore di fondo”.
È l’inizio di una settimana cruciale. Le intercettazioni hanno messo a nudo fratture che non sono solo politiche, ma personali. La questione morale, quella giudiziaria e la sopravvivenza politica si sono annodate in un groviglio che, oggi, nessuno a Palermo sa come sciogliere.










