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La follia dell’Alemanna? “Kissene” e alcol nella Chiesa? Il Comune concede, poi (forse) revocherà

- 29/10/2025
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Ci sono notizie che hanno talmente dell’incredibile da sembrare, a prima vista, impossibili e ridicoli fake. Si è costretti alla verifica, perché suonano come uno scherzo di pessimo gusto. Ma non sembra sia questo il caso. Tant’è che l’architetto Nino Principato ha già levato gli scudi della storia e del buon senso cittadino.

La Chiesa di Santa Maria Alemanna, un gioiello sconsacrato ma di altissimo valore storico, un bene da tutelare con le unghie e con i denti, cosa c’entra con la movida messinese? C’entra, eccome. C’entra perché il Comune di Messina, nella sua imperscrutabile saggezza, pare abbia concesso l’uso di questo patrimonio ad un gruppo di giovani che si fa chiamare “Kissene”.

Il nome è già un programma. Un manifesto di menefreghismo, “Kissene (frega)”. E cosa dovevano farci, questi alfieri del disinteresse, nel cuore della storia cittadina? Un evento che, stando alle loro stesse pagine social, suggerisce chiaramente la mescita e la somministrazione di alcol.

Come si è potuto pensare di assumersi il rischio? Come si potrà spalancare un bene tanto prezioso alla “follia godereccia” di giovani che, seppur “nostri”, vivono notoriamente tali eventi con un’assoluta “overdose di goliardia”? Chi si sarebbe preso la briga di controllare eventuali eccessi? Chi avrebbe pagato i possibili, probabili, danneggiamenti?

La beffa, se possibile, è ancora maggiore. Pare che l’autorizzazione sia stata strappata presentando l’evento come destinato ai bambini. Bambini? Con mescita di alcolici? O i bambini di Messina crescono molto in fretta, oppure qualcuno ha propinato una menzogna colossale agli uffici comunali.

Raggiunto telefonicamente, il dirigente comunale Salvatore De Francesco non solo ha confermato la sciagurata concessione, ma ha anche immediatamente promesso la sua revoca. Meglio tardi che mai. Resta, però, l’amaro in bocca e una domanda che penzola sul Palazzo: chi controlla? Chi firma? Ma soprattutto, la revoca si farà davvero o scoccherà l’ora di avvio dell’evento senza che qualcuno intervenga?

Se l’evento, per qualche incredibile cortocircuito, dovesse tenersi, se la concessione non dovesse essere ritirata, allora non sarà più solo il tempo di indignarsi. Sarà il tempo di non “fregarsene” affatto. Sarà il tempo di scavare a fondo: chi sono questi giovani? A quali famiglie appartengono? Come hanno potuto avere questa concessione?

Se il Comune non intervenisse con una giusta e immediata revoca, non farebbe altro che esporre al pubblico ludibrio l’operato dell’assessore competente, mettendo in serio dubbio il buon senso di un’intera amministrazione.