
il costo medio di un posto letto in queste nuove strutture è stimato sui 650€.
Il Partito della Rifondazione Comunista (PRC) di Messina critica aspramente un’operazione di housing universitario privato in città, definita “studentati di lusso” ma supportata da significativi fondi pubblici. In un comunicato stampa, il partito denuncia i costi “spropositati” del progetto e i rischi di speculazione immobiliare, a fronte di una grave carenza di alloggi pubblici per gli studenti.La questione abitativa per gli universitari a Messina è critica: l’offerta pubblica copre solo 300 posti letto, a fronte di circa 10.000 studenti fuori sede. Questa carenza, secondo il PRC, costringe migliaia di studenti a rivolgersi al mercato privato, dove una stanza singola nelle zone centrali costa in media tra i 250€ e i 380€ al mese.In questo contesto si inserisce l’iniziativa della Zanklon Capital, una società con radici locali, che ha vinto un bando con un finanziamento pubblico di 37 milioni di euro. Il progetto prevede la realizzazione di tre nuove residenze per un totale di 1800 posti letto. Di questi, il 30% sarà destinato a studenti “capaci e meritevoli”, mentre il resto sarà assegnato a prezzi di mercato.Il PRC contesta duramente proprio questo aspetto: il costo medio di un posto letto in queste nuove strutture è stimato sui 650€. Sebbene la cifra includa spese e servizi, viene definita “spropositata” e “ben oltre la media di mercato”. Rifondazione parla di una vera e propria “operazione immobiliare” che, al termine dei 12 anni di vincolo di destinazione d’uso, vedrà gli immobili rientrare nella piena disponibilità del soggetto privato. Si critica il fatto che fondi pubblici vengano usati per beneficiare chi può già permettersi un affitto doppio rispetto ai prezzi di mercato.Il partito esprime anche forti preoccupazioni urbanistiche e sociali. Si teme la creazione di “gated communities” per un “abitare elitario”, che non favorirebbe l’integrazione degli studenti con la città. Inoltre, almeno una delle residenze, prevista vicino al Liceo Archimede, viene descritta come un “palazzone colossale” dalle “dimensioni mostruose e inquietanti”. La struttura dovrebbe svilupparsi per dodici piani, di cui due interrati. Il PRC la definisce “un evidente ‘pugno in un occhio’ dal punto di vista paesaggistico” e solleva dubbi sulla sua idoneità in un “territorio fragile e altamente sismico”.
Per procedere, il Consiglio Comunale dovrà approvare tre delibere per riconoscere l’interesse pubblico delle opere e concedere deroghe agli strumenti urbanistici.Rifondazione Comunista chiede al Consiglio Comunale “massima vigilanza e attenzione”, sostenendo che il settore pubblico debba investire risorse in opere che restino di proprietà pubblica. Il partito lancia un appello a sindacati, associazioni studentesche e cittadini per vigilare sull’operazione e reclamare che i fondi pubblici siano usati per alloggi gestiti dal pubblico, con accessi basati esclusivamente su merito e bisogno. Il comunicato è firmato dai co-segretari del circolo P. Impastato, Antonio Currò e Tania Poguisch, e dal segretario provinciale Alfredo Crupi.









