
L’ex fotografo si sarebbe rivolto in più occasioni a Cantarella. Corona nei verbali del pentito Cerbo: “Chiese aiuto al boss per un recupero crediti”
Le dichiarazioni di William ‘Scarface’ Cerbo, nuovo collaboratore dell’inchiesta ‘Hydra’, tirano in ballo l’ex fotografo. “Fabrizio Corona si rivolgeva a Gaetano Cantarella, affiliato ai Mazzei, per problemi su Milano e per recuperare 70mila euro a Palermo”

Il nome di Fabrizio Corona spunta nelle carte del maxi-procedimento ‘Hydra’ della Dda di Milano su un’presunta alleanza strategica tra Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra in Lombardia. A menzionarlo è il nuovo collaboratore di giustizia William Alfonso Cerbo, 43 anni, detto ‘Scarface’, che nei suoi primi verbali ha descritto i presunti rapporti tra l’ex re dei paparazzi e Gaetano Cantarella, detto ‘Tano’, ritenuto “storico affiliato al clan Mazzei” e “incaricato di gestire gli affari a Milano”.
Cerbo, che ha iniziato a riempire verbali tra settembre e ottobre, ha ammesso la sua “partecipazione al reato associativo” come “collettore economico a Milano del clan Mazzei di Catania” e sta deponendo davanti al Gup Emanuele Mancini. In una memoria di 27 pagine, ‘Scarface’ ha dettagliato il suo percorso criminale e i nove punti su cui intende collaborare.
Il recupero crediti a Palermo
È al quarto punto dei suoi verbali che Cerbo descrive i rapporti con Cantarella, figura al centro della stessa inchiesta milanese anche per la sua misteriosa scomparsa nel febbraio 2020, un caso di “lupara bianca”. Secondo il pentito, i suoi legami con Cantarella erano “legati dapprima al mondo delle discoteche” e proprio in questo contesto emergerebbe la figura di Corona.
“Fabrizio Corona – ha messo a verbale Cerbo – in più occasioni si rivolgeva a Cantarella quando aveva problemi su Milano”. Il pentito ha poi aggiunto un episodio specifico: “Come in un caso, in cui Fabrizio Corona gli chiese un recupero credito di 70mila euro da fare a Palermo per una truffa patita da un amico”.
L’inchiesta ‘Hydra’ e il pentito ‘Scarface’
Le dichiarazioni di Cerbo, che confermano anche “tutti i reati di truffa e bancarotta” commessi per “agevolare il clan”, si inseriscono in uno dei filoni investigativi più delicati degli ultimi anni a Milano. L’inchiesta ‘Hydra’ mira a scardinare un “sistema” federato tra le diverse mafie per la gestione di affari illeciti, truffe e bancarotte in Lombardia.
Lo stesso William Cerbo è un nome noto alle cronache: già nel 2018 la Guardia di Finanza di Catania aveva confiscato beni per 32 milioni di euro a suo carico, descrivendolo come un uomo di vertice del clan Mazzei, noto per la sua abitudine di imitare il boss del film “Scarface”, al punto da farsi costruire un trono identico a quello di Al Pacino. Ora, le sue dichiarazioni da collaboratore di giustizia aprono un nuovo fronte, gettando un’ombra sui presunti contatti tra il mondo dello spettacolo e gli ambienti della criminalità organizzata catanese trapiantata a Milano.











