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Mentre Taormina affonda, e con lei l’ospedale, De Luca gioca a fare il Sindaco di Messina. E tace.

- 18/10/2025
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L’On. Calderone scrive a Schifani per salvare il San Vincenzo. La Senatrice Musolino interroga il Governo sul CCPM. E il sindaco di Taormina? Si occupa di Messina, la città che ha abbandonato.

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Ci sono momenti, in politica, in cui il silenzio pesa più di un’orazione. Pesa , per esempio, il silenzio di Cateno De Luca sulla sorte dell’Ospedale di Taormina.

Mentre l’Onorevole Tommaso Calderone, in una nota durissima, è costretto a scrivere al Presidente Schifani e al Ministro Schillaci per denunciare la “viva preoccupazione” per i tagli indiscriminati che penalizzano il San Vincenzo, un presidio definito “importantissimo” e una “vera e propria eccellenza”, il Sindaco di Taormina tace.

Mentre l’On. Calderone mette nero su bianco i numeri di quell’eccellenza – i 6000 pazienti oncologici, le 8000 terapie, la Breast Unit da 400 interventi l’anno – e chiede “immediati interventi” per fermare lo scempio, mentre la Senatrice di Italia Viva la messinese Dafne Musolino presenta una interrogazione in Senato, il Sindaco di Taormina guarda altrove.

Guarda a Messina.

È un’amara ironia. L’uomo che nel gennaio del 2022 si dimise volontariamente da Palazzo Zanca, lasciando la poltrona e consegnando la città che aveva promesso di governare per dieci anni al commissariamento, per inseguire il sogno (irrealizzato) di diventare “Sindaco di Sicilia” – una carica che, vale la pena ricordarlo, esiste solo nella sua fantasia – oggi non trova di meglio da fare che rimettere le mani sulle faccende messinesi.

Evidentemente, occuparsi dei “fatti gravissimi” che stanno accadendo nell’ospedale della città che amministra deve sembrargli secondario.

Eppure Messina, dal 2023, un sindaco ce l’ha. Un sindaco che, peraltro, proprio Cateno De Luca ha voluto, scelto e installato. Ci si aspetterebbe, per semplice galateo istituzionale, che il Sindaco di Taormina lasciasse al Sindaco di Messina il compito di gestire i fatti del Comune di Messina. Fatti che, tra l’altro, sono spesso riservati e soggetti a vincoli di privacy sui quali De Luca non ha titolo alcuno per ingerire.

Ma la tentazione è troppo forte. Questa continua, ossessiva ingerenza nelle dinamiche peloritane non è altro che la plastica ammissione di una sconfitta politica. È il ritratto dell’uomo costretto a tentare il ritorno nella città che aveva volontariamente abbandonato, dimostrando, ancora una volta, di perseguire solo fini personali e non certo l’interesse dei messinesi.

Nessuno può ergersi a Messia e proporsi come il risolutore di problemi che, in molti casi, ha creato lui stesso.

L’esempio più lampante è proprio quella sanità taorminese che oggi De Luca ignora. Ricordiamo tutti quando, sulla questione infinita del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica (CCPM), l’allora deus ex machina De Luca andava dicendo che la questione era stata “risolta”.

Un fallimento. L’ennesimo. Un fallimento sul quale oggi la Senatrice Dafne Musolino è costretta a presentare un’interrogazione in Senato per chiedere chiarezza, nel silenzio assordante del primo cittadino di Taormina.

Forse De Luca crede che non parlando dei problemi – dei tagli al San Vincenzo, del disastro del CCPM – questi possano magicamente sparire dagli occhi dei taorminesi, dei messinesi e dei siciliani. Ma i fatti restano. E resta, soprattutto, la domanda: chi tutela Taormina, se il suo Sindaco è troppo occupato a giocare al Sindaco di un’altra città?

de luca basile