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Risanamento all’ultimo respiro: a Messina si comprano anche case senza agibilità pur di non perdere i fondi

- 16/10/2025
Gemelli Trovato Basile via Taormina 16 ottobre
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MESSINA – Mentre le ruspe, con la solennità di un evento epocale, abbattono le baracche del Rione Taormina, nel chiuso delle stanze di Palazzo Zanca è partita un’altra corsa, molto meno fotogenica ma assai più disperata: quella per non perdere i milioni di euro destinati a dare una casa a chi, da una vita, vive nel degrado. E così, nella fretta di spendere fondi che per troppo tempo sono rimasti a decantare, la Giunta Basile ha avuto un’illuminazione: abbassare drasticamente l’asticella della qualità. D’ora in poi, per rispondere all’emergenza abitativa e allo sbaraccamento, il Comune potrà acquistare anche immobili senza certificato di agibilità. Un capolavoro di pragmatismo tardivo, un monumento all’arte di arrangiarsi quando l’acqua è ormai alla gola.

La “Campagna d’Autunno”: Ruspe in azione e annunci trionfali

ruspe via Taormina 16 ottobre

Certo, le immagini che arrivano da via Taormina, via Quinto Ennio e Largo Diogene sono potenti. Il Sub Commissario al Risanamento, Santi Trovato, parla di una “campagna d’autunno” che spazzerà via decenni di vergogna. Il sindaco Federico Basile e il presidente di ArisMe Fabrizio Gemelli presenziano all’avvio dei cantieri, sorridenti e fiduciosi. Tutto bellissimo. Peccato che, dietro la polvere delle demolizioni, si nasconda una realtà meno gloriosa. Quella di un’amministrazione che, dopo aver perso tempo prezioso, si accorge improvvisamente che i fondi del PINQUA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare) hanno una scadenza. E il rischio concreto di doverli restituire è l’incubo che agita le notti del governo cittadino.

L’arte di accontentarsi: “Un bando più accessibile” o una resa incondizionata?

Ecco allora la delibera n. 727 del 9 ottobre, un atto che verrà ricordato come la più grande svendita di requisiti nella storia immobiliare della città. L’obiettivo, nobile sulla carta, è “accelerare” l’acquisto di alloggi. Il metodo, decisamente più pedestre, è allargare le maglie dei criteri a tal punto da farci passare di tutto.

Con una mossa che il sindaco Basile definisce necessaria “alla luce della grande risposta da parte dei privati”, la Patrimonio Messina S.p.A. e Arismé potranno ora acquistare:

  • Immobili da ristrutturare e senza certificato di agibilità, purché con “requisiti strutturali e urbanistici minimi”. Una formula magica che apre praterie alla discrezionalità e trasforma l’acquisto in una scommessa.
  • Case in palazzi con più di tre piani senza ascensore, costruiti prima del 1989. Un tuffo nel passato che farà la gioia di anziani e disabili.
  • Alloggi con una superficie utile superiore ai 95 metri quadrati, perché il limite, ci spiegano, vale solo per le nuove costruzioni. Peccato che le esigenze delle famiglie da sbaraccare non sempre coincidano con quelle di un attico.

Il comunicato stampa parla di un bando “più accessibile” che tiene conto della “reale situazione degli immobili messinesi”. Tradotto dal politichese: il mercato offre quello che offre, e noi, con le spalle al muro e una scadenza che incombe, ci prendiamo quello che viene, anche se malconcio. È l’ammissione implicita di un fallimento nella pianificazione. Per mesi si è cercato l’immobile perfetto, rispettoso di parametri rigidi, e ora, con il cronometro che corre, ci si accontenta del “purché respiri”.

Chi paga il prezzo del ritardo?

Mentre la Patrimonio Messina S.p.A. assume due nuove figure per “riduzione ulteriore dei tempi di evasione delle pratiche” – una mossa che sa tanto di toppa messa quando il buco è già una voragine – la domanda sorge spontanea: chi pagherà il prezzo di questa corsa contro il tempo? Saranno le famiglie assegnatarie, che si vedranno recapitare immobili magari da ristrutturare pesantemente, con costi e tempi aggiuntivi a carico della collettività.

La demolizione delle baracche è un atto dovuto, un segnale di civiltà atteso da generazioni. Ma celebrarla senza ammettere che, parallelamente, si sta barattando la qualità abitativa sull’altare della fretta burocratica, è un’operazione di pura facciata. Il vero risanamento non è solo abbattere il vecchio, ma costruire il nuovo su basi solide, dignitose e sicure. Acquistare case senza agibilità, sperando di ottenerla “in fase di ristrutturazione successiva”, non è una strategia. È un atto di fede. E a Messina, di miracoli, se ne sono visti pochi.

demolizione delle baracche Rione Taormina
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