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LETTERA APERTA DEI LAVORATORI ALLA CONSIGLIERA BUONOCORE E ALLA PRESIDENTE GRILLO

- 13/10/2025
atm sciopero 9

“Non è che tutti i lavoratori hanno voglia di lavorare, quindi a volte ci vuole la bacchetta, perciò facciamoci questa domanda, ma sono tutti consapevoli del lavoro che fanno e di quello che fanno? Quindi chi ha a che fare col pubblico sa come ragionano”. Carissima consigliera Buonocore, queste sono le esatte parole che lei ha pronunciato durante il consiglio comunale straordinario dell’ 8 ottobre, parole in cui a nostro avviso ce ben poco da strumentalizzare, parole crediamo difficili da fraintendere o che possano avere una diversa interpretazione da ciò che tutti abbiamo sentito, e per tutti non si intendono solo i lavoratori, ma anche la comunità di Messina tutta, comunità che lei dovrebbe ricordiamo rappresentare al meglio ed in maniera elegante, di certo non esponendo determinate ideologie di pensiero, perché consigliera, ciò che lei ha pronunciato corrisponde ad un suo pensiero. Con le sue parole lei ha offeso e umiliato tutti i lavoratori e le lavoratrici facenti capo all’ATM, e le loro famiglie, facendoli passare per ciò che realmente non sono e non sono mai stati, aspettavamo le sue pubbliche scuse, ci eravamo illusi che ciò potesse accadere, dimostrando se non altro un atto nobile nei nostri confronti, e invece ci siamo ritrovati a leggere che si è trattato solo di strumentalizzazione e di equivoci. Insomma è riuscita ad offenderci due volte. Vede consigliera, il consiglio comunale straordinario a cui abbiamo assistito, era un copione già scritto, degno dei miglior romanzi, dove la trama rimane da sempre, sempre la stessa, la Presidente Grillo o chi per lei, narrano come sempre un qualcosa di fortemente distante dalla realtà per non ammettere e quindi mascherare dietro ad un dito le palesi ed evidenti criticità gestionali presenti in azienda, e dove chiunque sia appartenente alla stessa corrente politica non può che confermare quanto bella sia la realtà ATM e quanto bravo sia chi la amministri, peccato che si parli senza conoscerla davvero, senza approfondire documenti, senza accertare gli avvenimenti, senza riscontri ufficiali, mentre dall’altra parte la minoranza che da tempo studia la materia, effettuava una disamina precisa e puntuale di quanto accade giornalmente, e non appena si è proposto qualcosa che potrebbe davvero svelare quale sia la realtà in cui versa l’azienda verso i lavoratori ecco che accade il colpo di magia! e visto che siamo diventati esperti in proverbi e citazioni, consentiteci di citarne uno, “in amor vince chi fugge!”, infatti per l’immenso amor di non fare uscire oltre le mura del perimetro aziendale di ciò che sta accadendo, salvando così sedie e poltrone da possibili attacchi dovuti al tale questionario, ecco che a mozione approvata, la maggioranza decide di abbandonare l’aula per non dare seguito alla mozione e al consiglio stesso, dimostrando di nutrire profondo rispetto verso i lavoratori, verso le criticità che li affliggono, verso la comunità ma soprattutto tutto nel pieno rispetto della NON democrazia e del confronto costruttivo.

Proprio perché il copione era già scritto, non ci aspettavamo di ricevere risposte diverse da quelle ricevute, anzi da notare che questa volta l’asticella si è alzata, infatti piuttosto che narrare di un confronto con la vecchia ATM in liquidazione, si è provveduto a fare un serio confronto con realtà più blasonate del panorama del tpl italiano, parlando così di ATM Milano e dell’Emilia Romagna, e sulla scia di questi numeri sembra doveroso illustrare a lei consigliera e alla Presidente che: 1. In materia di percentuale, prima di affermare che in ATM i lavoratori non hanno voglia di lavorare, e bene che voi affermiate in pubblico un piccolo ma significativo dato, studiandolo e accertandolo, fin ora in ogni celebrazione di questa azienda se non andiamo errati, si è sempre affermato che ogni obbiettivo prefissato è stato raggiunto se non addirittura superato, specialmente in tema di km percorsi, basta solo questo dato per mettere a tacere con tutto il dovuto rispetto possibile lei consigliera, e chi eventualmente la pensa in ugual modo, infatti qualora i lavoratori non avessero avuto voglia di lavorare come da voi affermato, gli autobus non si sarebbero guidati da soli, sarebbero rimasti fermi senza possibilità di raggiungere i km da percorrere e di far crescere la mobilità di Messina, con i relativi obbiettivi da raggiungere, che ricordiamo hanno fatto solo ben figurare chi amministra l’azienda e l’amministrazione comunale tutta, voi compresi. 2. I lavoratori non hanno nulla di personale contro chi amministra l’azienda né tantomeno contro l’amministrazione comunale, ma sono fortemente stanchi del clima dittatoriale che ormai da tempo si respira in azienda, logorando la nostra vita lavorativa e privata, vorremmo sapere quindi da lei consigliera, che lavora come dichiarato al centro per l’impiego, come la vivrebbe se ad esempio un suo superiore in grado le facesse pagare i danni qualora per caso lei andrebbe a danneggiare un qualsiasi oggetto utilizzato durante la sua giornata lavorativa, pur non per sua colpa; cosa penserebbe se ad un qualsiasi suo rifiuto o battibecco la trasferissero in un altro ufficio molto distante dalla sua residenza; come si comporterebbe se in base al suo eventuale colore sindacale ricevesse puntualmente ostruzionismo e ritorsioni; come sarebbe il suo umore se pur essendo in servizio e quindi lavorando presente in ufficio, per un errore di rilevamento di una timbratura, l’ufficio dell’impiego la facesse risultare assente ingiustificata senza erogare il corrispettivo pagamento della giornata; si arrabbierebbe per caso nel vedere respingere ogni sua richiesta di ferie?; e per concludere visto che lei sicuramente lavora e lavorando produce, cosa penserebbe a veder assegnati ad personam copiosi bonus e premi verso i suoi superiori piuttosto che incentivare il lavoro dei dipendenti; di tutto ciò gradiremmo una sua risposta, anche se prendiamo atto anticipatamente che sia difficile riceverla. Rapportandoci poi all’ATM MILANO o al tpl dell’Emilia Romagna, cara Presidente Grillo adesso è doveroso fare un serio confronto, su tutto il panorama aziendale, e quindi è giusto sciorinare le percentuali anche sul resto, non solo sulle corse soppresse, ad esempio ci chiediamo tra l’altro:

1. Come mai su 9920 dipendenti a Milano, abbiano un numero di contestazioni e provvedimenti disciplinari inferiore a quello che maturano 530 dipendenti a Messina?

2. Viene da chiedersi in automatico se a Milano un dipendente viene spostato in altri depositi solo per aver avuto una discussione o un pensiero diverso da un suo superiore gerarchico.

3. Non crediamo che in Emilia Romagna i dipendenti abbiano difficoltà ad ottenere giorni di ferie a richiesta per altro con largo anticipo, e non abbiamo dubbi che Messina detiene il record di richieste ferie respinte.

4. Ma soprattutto a Milano, quando gli autisti giungono nei capolinea, hanno modo e tempo di ristorarsi con congrue pause, potendo utilizzare locali aziendali e anche i servizi igienici, non espletando i loro bisogni fisiologici in mezzo alla strada, come accade invece a Messina dove i servizi igienici sono totalmente sconosciuti a Giampilieri e Torre Faro il tutto nell’indifferenza totale aziendale e istituzionale.

5. Per non parlare degli incentivi lavorativi per i dipendenti, Milano e l’Emilia tutta rispettano i lavoratori trattandoli egregiamente e sfornando indennità per aumentare il misero salario di categoria, aumentando così la produzione e diminuendo l’assenteismo, Messina invece brillantemente stipula un contratto a perdere solo per i lavoratori, con guadagni minimi e incentivi alla produzione pari allo zero, non riconosce le più importanti indennità come l’assistenza della legge ex 104 o dei congedi parentali, favorendo di gran lunga l’assenteismo, per poi riempire le tasche a pochi privilegiati attraverso bonus e premi ad personam, il tutto alla faccia dei lavoratori.

6. E per finire, siamo sicuri che né a Milano, né in nessuna altra azienda in ogni parte d’Italia vi siano dei “Re Sole” che si ergono ad essere padroni dell’intera azienda, decidendo in barba ad ogni normativa e ad ogni legge la gestione sulle scelte di esercizio e su tutto ciò che riguarda il personale aziendale (ferie, cambi turni, turni speciali ecc.).

I lavoratori sono stanchi, aspettano risposte concrete ricevendo in cambio solo insulti diffamazione umiliazioni e bugie su un confronto che non narra mai dei problemi reali, siamo consapevoli e dispiaciuti che continuando con questo clima, non avverrà mai il superamento e la risoluzione delle criticità giornaliere a cui andiamo in contro penalizzando l’utenza e la comunità, d’altronde “non ce peggior sordo di chi non vuol sentire” altrimenti, non avremmo avuto il bisogno e la necessità di chiedere aiuto alle istituzioni, che a quanto pare seguendo la scia aziendale non prendono in considerazione il nostro grido di allarme e le nostre serie sofferenze e preoccupazioni.

I LAVORATORI DI ATM MESSINA SPA

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