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De Luca “sindaco padrone”, “salva” il GAL ed anche la sua Dioniso srl. Un capolavoro di “opportunità” ad opposizione muta

- 01/10/2025
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La Dioniso S.r.l., socio partner del GAL Taormina, è la società che ha materialmente costruito il complesso edilizio a Fiumedinisi al centro di un lungo caso giudiziario; “Fiumilandia” è il nome con cui Cateno De Luca oggi si riferisce a quel medesimo luogo

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TAORMINA – Un sindaco che si fa vanto, in conferenza stampa, di aver offerto all’Assessore regionale la disponibilità del proprio Comune a coprire le necessità finanziarie di un intero consorzio di 30 enti. Un Comune, Taormina, appena riemerso dalle ceneri di un gravissimo dissesto finanziario, che stacca un’anticipazione di cassa da 1.080.131,09 euro (ma De luca in conferenza ne dichiara un milione e duecentomila). E un beneficiario, il GAL Taormina-Peloritani, che tra i suoi soci privati annovera un’azienda, la Dioniso S.r.l., la cui storia si intreccia a doppio filo con quella, politica e imprenditoriale, dello stesso sindaco, Cateno De Luca.

L’analisi dell’operazione, integrata con le ultime dichiarazioni del primo cittadino, non fa che aggravare un quadro già saturo di conflitti di interesse, dove il confine tra ruolo pubblico e interesse privato appare completamente dissolto.

De Luca “Salvatore”: L’Arroganza Finanziaria e il Silenzio dei Comuni

La mossa di De Luca è duplice: prima firma gli atti che rendono Taormina il bancomat del GAL, poi rivendica politicamente il gesto, offrendosi come salvatore unico al posto di altri 29 sindaci. La domanda è brutale: perché De Luca anticipa per tutti? Semplice generosità o una strategia per consolidare il proprio controllo su un ente che gestisce fondi pubblici strategici? La decisione di attingere alle casse di un comune appena uscito da un dissesto non è solo un azzardo contabile, è uno schiaffo politico alla prudenza e alla gestione del “buon padre di famiglia” che un amministratore dovrebbe incarnare. Taormina, che dovrebbe ancora leccarsi le ferite finanziarie, viene usata come leva per l’iperattivismo del suo sindaco, mentre gli altri 29 comuni soci del GAL restano in un silenzio assordante, spettatori passivi o complici di un’operazione che centralizza potere e risorse nelle mani di uno solo.

La Storia della Dioniso S.r.l.: Un Passato che Ritorna

Per capire la gravità della situazione, è necessario riavvolgere il nastro. La Dioniso S.r.l. non è un’azienda qualunque. È la società che fu al centro del processo per il cosiddetto “Sacco di Fiumedinisi”, vicenda giudiziaria che vide protagonista Cateno De Luca come sindaco di quel comune. Le accuse, dalle quali De Luca è stato poi assolto in appello, riguardavano presunti favoritismi proprio a società a lui riconducibili nella realizzazione di un imponente progetto edilizio (un albergo con centro benessere).

Strategia nella strategia, per De Luca potrebbe esserci ancora dell’altro.

Fatto nel fatto è la costruzione a Fiumedinisi del complesso che oggi, affettuosamente, De Luca definisce Fiumilandia. Non si tratterebbe di un nuovo progetto ma di una riesumazione di uno vecchio e discusso. Appare chiaro, infatti che il complesso turistico-residenziale nato da quel progetto che portò De Luca al processo per il “Sacco di Fiumedinisi”, dal quale ne è uscito indenne, è proprio il luogo che oggi Cateno De Luca, nei suoi video e post sui social media, chiama “Fiumilandia”. Lo presenta come un rifugio personale, un luogo di “semplicità ed amicizia” dove ritrovare le proprie radici. Si tratta, in sostanza, della valorizzazione in chiave personale e mediatica di un progetto imprenditoriale nato dalla sua società, la Dioniso S.r.l.

In sintesi, il collegamento è diretto: la Dioniso S.r.l. è la società che ha materialmente costruito il complesso edilizio a Fiumedinisi al centro di un lungo caso giudiziario; “Fiumilandia” è il nome con cui Cateno De Luca oggi si riferisce a quel medesimo luogo, trasformandolo da controverso progetto imprenditoriale a suo personale “buen retiro”. Pertanto la Dioniso srl è una società, per De Luca, da tutelare in ogni sede.

La Dioniso S.r.l. è l’emblema storico dell’intreccio tra la carriera politica di De Luca e i suoi interessi imprenditoriali. Ritrovarla oggi come “partner privato” del GAL, beneficiario indiretto di un’operazione di salvataggio finanziata dal Comune guidato dallo stesso De Luca, non è una coincidenza. È uno schema che si ripete. In particolare: il fulcro della connessione è la partecipazione diretta della Dioniso S.r.l. come socio privato all’interno della compagine del GAL Taormina Peloritani. Questa partnership è messa nero su bianco in documenti ufficiali, tra cui la “Strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo” del GAL stesso. In una tabella dei partner, accanto alla ragione sociale “Dioniso srl”, compare in modo inequivocabile il nome: “De Luca Cateno”.

Questo fatto sgombra il campo da ogni dubbio: la società riconducibile al sindaco del comune capofila del GAL è parte integrante della stessa struttura che dovrebbe promuovere lo sviluppo locale in modo equo e trasparente.

Salvare il GAL o la Propria Rete di Interessi? Dalla Dioniso a FIUMILANDIA

La domanda centrale è questa: De Luca salva il GAL per garantire il completamento di progetti di pubblico interesse o interviene per evitare che il castello di carte, di cui fa parte anche la sua società, collassi? La “momentanea carenza di liquidità” del GAL, dovuta a ritardi e norme regionali, era un’emergenza reale. Era necessario che il GAL disponesse di quel milione e centomila euro per rendicontare le spese ed evitare la revoca di finanziamenti cruciali. Ma la soluzione adottata è la peggiore possibile. Invece di una soluzione consortile, che avrebbe coinvolto tutti i soci pubblici, o di una pressione politica congiunta sulla Regione, si è preferita la scorciatoia del “sindaco-padrone”. Un’operazione che permette a De Luca di presentarsi come l’unico risolutore, rafforzando la sua posizione e mettendo al riparo l’intero sistema di partner del GAL, inclusa la sua Dioniso.

L’Opposizione Muta e il Sospetto del Controllo Totale

E le opposizioni? A Taormina, il gruppo “Rinascimento Taormina”, composto dai consiglieri Luca Manuli e Nunzio Corvaia, ha più volte criticato la gestione finanziaria di De Luca, definendo “imprudenti” altre operazioni in un ente appena uscito dal dissesto. Tuttavia, su questa specifica e gravissima operazione di anticipazione al GAL, non risultano prese di posizione pubbliche ufficiali e altrettanto dure. Un silenzio che pesa, perché lascia il campo libero a una narrazione trionfalistica e priva di contraddittorio. L’assenza di un’opposizione vocale su un conflitto di interessi così palese alimenta il sospetto di un controllo politico ormai totalizzante, dove anche le critiche più legittime faticano a emergere.

L’intervento di De Luca non appare come un semplice atto amministrativo, ma un più come un manifesto politico e di potere. Con i soldi di Taormina, non solo tappa una falla del GAL, ma consolida la sua leadership, protegge la sua rete di interessi e si accredita come figura indispensabile, lasciando sullo sfondo una domanda inquietante: chi controlla il controllore?

De Luca sulla rupe