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TAORMINA, FINE DEL DISSESTO MA È POLEMICA. I REPUBBLICANI: “ESTINTI I DEBITI, MA PERSI MILIONI DI CREDITI NON RISCOSSI”

- 23/08/2025
DE LUCA TAORMINA5

Il Partito Repubblicano Italiano analizza la chiusura “in bonis” del Comune, puntando il dito sulla gestione dei tributi e chiedendo un “nuovo anno zero” all’insegna della trasparenza e della riduzione delle tasse per i cittadini.

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TAORMINA – Il Comune di Taormina esce ufficialmente dalla procedura di riequilibrio finanziario, ma la fine del dissesto, anziché chiudere una pagina, ne apre una di accesa polemica politica. Con una nota durissima, il Partito Repubblicano Italiano di Taormina analizza la chiusura “in bonis” della gestione liquidatoria, evidenziando luci e, soprattutto, ombre pesanti su come si è giunti a questo traguardo. Se da un lato le passività sono state estinte, dall’altro l’ente avrebbe irrimediabilmente perso la possibilità di incassare milioni di euro di tributi non pagati.


La chiusura “in bonis”: un conto pagato da altri?

Il punto di partenza è la chiusura della procedura che ha gestito un monte crediti iniziale di 35 milioni di euro tra IMU, TARI, servizio idrico e altri tributi comunali. Secondo l’analisi dei Repubblicani, però, il saldo dei debiti non sarebbe avvenuto grazie a un’efficace azione di riscossione. L’Organo Straordinario di Liquidazione (OSL), si legge nel comunicato, avrebbe utilizzato quasi esclusivamente:

  • Stanziamenti ministeriali e contributi straordinari statali.
  • Avanzi di amministrazione vincolati e fondi di riserva autorizzati da Roma.

Il PRI solleva un quesito cruciale: le riscossioni effettive dei tributi dei cittadini e delle imprese taorminesi, registrate nel gigantesco monte crediti, che ruolo hanno giocato? La risposta implicita è che il loro contributo sia stato marginale, lasciando intendere che il salvataggio sia avvenuto più con fondi esterni che con risorse interne recuperate.


Il “Buco Nero” dei Crediti Ormai Irrecuperabili

La critica più severa riguarda la gestione dei residui attivi. Una parte consistente dei ruoli tributari (IMU, TARI, idrico) non sarebbe stata formalmente iscritta tra i crediti esigibili entro i termini di legge. La conseguenza, sottolineano i Repubblicani, è drammatica: questi crediti, di fatto, non potranno più essere riscossi. Un patrimonio potenziale per le casse comunali andato irrimediabilmente perduto.

La chiusura del dissesto segna un “nuovo anno zero”, ma con un’eredità pesante: se da un lato l’ente torna ad avere capacità di spesa e di indebitamento, dall’altro si mette una pietra tombale su tutte le azioni gestionali anteriori a dicembre 2020 e, soprattutto, sui crediti non correttamente gestiti.


Le Proposte per Evitare un Nuovo Crollo Finanziario

Per il Partito Repubblicano, la fine del dissesto non deve essere un “liberi tutti”, ma l’inizio di una gestione rigorosa e trasparente. Il Consiglio comunale e la Giunta sono chiamati a un cambio di passo radicale, attraverso cinque punti programmatici:

  1. Monitoraggio costante dei conti: Aggiornare trimestralmente i residui attivi e passivi a partire dal 1° gennaio 2021.
  2. Basta Sprechi e Sovrastrutture: Redigere piani di spesa e investimenti realistici, evitando la creazione di costose società partecipate che “depotenziano l’istituzione Comune”.
  3. Controlli Rafforzati: Coinvolgere revisori indipendenti e il collegio dei garanti per un controllo interno efficace.
  4. Stop agli Affidamenti Diretti: Privilegiare procedure trasparenti e concorrenziali per consulenze e forniture, mettendo fine a incarichi diretti e “fantasiosi” studi di fattibilità.
  5. Tributi più Bassi per i Cittadini: Ora che il dissesto è concluso, è necessario avviare una ristrutturazione immediata delle tariffe tributarie verso il basso, accompagnata da campagne di sensibilizzazione per incentivarne il corretto pagamento.
consiglio comunale taormina foto de luca
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