
nota stampa
Nelle scorse ore si è assistito a uno sconcertante episodio di violenza mediatica particolarmente accanita e sconcertante ai danni di un giovane cittadino di Messina, che si chiama Dario Costa. L’episodio disturba oltremodo perché ha preso il via da un post pubblicato dal ministro Salvini su tutti i suoi canali social, artatamente modificato nel montaggio, che prendeva in giro il giovane messinese che si era reso “reo” agli occhi del ministro di aver urlato a voce alta il suo dissenso nei suoi confronti e nei confronti dell’opera ponte sullo Stretto.Ebbene, in quei post di Salvini, il giovane messinese è stato fatto oggetto di innumerevoli contumelie, di minacce di morte, di auguri di malattie gravi e di una interminabile sequela di odio.Un comportamento che non può che essere definito per quel che è: squadrismo della peggiore specie. Un ministro che lascia sfogo alla violenza e addita un ragazzo di ventuno anni al ludibrio pubblico non può essere accettato in una democrazia matura.Dare addosso e scatenare una canea di violenza verbale di questa natura, se si è vice presidenti del consiglio, è un pessimo segnale per la nostra democrazia. La sproporzione delle forze in campo, l’immenso divario di mezzi e di protezioni che intercorre tra un ministro della Repubblica e un giovane studente sono circostanze troppo grandi e serie da doversi tenere in conto. Il potere non può in alcun modo essere utilizzato come una clava per bastonare chi dissente. Dario Costa ha solo esternato il suo dissenso: in una democrazia, questo fatto è un diritto intoccabile per chiunque. E sfilare, fare cortei, partecipare ai sit in e gridare al megafono il proprio dissenso, se fatto senza violenza, è puro esercizio di democrazia. Da tutelare, non da prendere in giro e additare alla ciurma di odiatori social.Quello che abbiamo visto ai danni del nostro concittadino è vero e proprio bullismo esercitato con il favore del ruolo pubblico. E da un ministro, che governa in conto di tutti gli italiani (non solo dei suoi follower) si pretendono la responsabilità istituzionale e la capacità di sapere accogliere tutte le critiche con senso delle istituzioni e certo non con un atteggiamento che apre le porte alla violenza nei confronti di un cittadino “colpevole” di esprimere le proprie idee in dissenso.Premesso tutto ciò, pertanto, e in vista della prossima seduta di Consiglio comunale in cui solleciteremo l’Amministrazione Basile a esprimersi su questo degradante e pessimo episodio, chiedo al sindaco Basile di esprimere oggi stesso al ministro Salvini tutto il disappunto e lo sgomento della comunità messinese per il gravissimo fatto di odio e violenza che a causa dei post del ministro ha visto coinvolto il nostro concittadino Dario Costa, esposto a minacce anche di morte delle quali un ministro dovrebbe preoccuparsi, piuttosto che soprassedere. Inoltre, chiedo al sindaco Basile di ricordare al ministro Salvini che – come è noto – questa città esprime diverse posizioni sull’opera ponte sullo Stretto e che pertanto, dal Governo ci si aspetta il pieno rispetto delle diversità di opinioni oltre che la difesa del diritto di tutti di esprimere la propria posizione, anche di dissenso, nei modi e nelle forme pacifiche e democratiche. Questo deve assicurare il Governo. E il vice presidente del consiglio a questo dovrebbe tenere, piuttosto che a lasciare mano libera sui suoi post pubblici ai violenti.Infine, deve ribadire il sindaco a nome della città di Messina che la comunità messinese, al di là delle varie posizioni di merito sul ponte, si schiera a tutela del suo cittadino Dario Costa: perché qui non è in ballo un “sì” o un “no” a una grande opera, bensì la sicurezza e l’incolumità di un nostro concittadino inerme e la necessità di tutelare il diritto di avere idee differenti.
Alessandro Russo
(Consigliere comunale)
