Messina, 11 agosto 2025 – Non si ferma la mobilitazione di Messina contro il Ponte. Dopo la straordinaria prova di forza di ieri in Piazza Duomo, oggi la protesta si è spostata in mare, nello specchio d’acqua davanti a Torre Faro, con un’azione organizzata in appena 24 ore che ha superato ogni aspettativa. Circa 300 persone, tra pescatori, associazioni, comitati cittadini, partiti e sindacati, hanno risposto alla chiamata, dimostrando una compattezza inaspettata e potente.
Protagoniste assolute le feluche, simbolo della tradizione marinara messinese e candidate a patrimonio dell’umanità. Quattro di esse hanno navigato issando a riva la bandiera del “No Ponte”, mentre le altre, pur ormeggiate per indisponibilità degli equipaggi, hanno partecipato esponendo lo stesso vessillo di dissenso. Il corteo di imbarcazioni ha reso omaggio alla lotta con un “inchino” in gergo marinaresco, un segnale inequivocabile di fronte alla costa minacciata.
Quella di oggi è la risposta immediata e spontanea di un territorio che ribolle. Si aggiunge alla manifestazione oceanica di ieri, che ha visto una Piazza Duomo stracolma di gente come non si vedeva da tempo. Che fossero tremila o diecimila persone, poco importa: la città ha parlato con una voce sola, forte e chiara, in difesa della propria identità e del proprio futuro.
Il messaggio lanciato in queste 48 ore è inequivocabile: il Ponte sullo Stretto è un’opera imposta, calata dall’alto, estranea alla cultura e alla tradizione di un’isola marinara che non ha alcun interesse a diventare “terra ferma”. La partecipazione di massa di ieri e la mobilitazione numerosa di oggi, nata dal basso in poche ore, dimostrano che Messina sente già sulla propria pelle il peso dei cantieri infiniti e di un progetto che non le appartiene. La città ha dimostrato di non essere disposta a subire. La battaglia è appena iniziata.
