
Mentre la città collassa sotto il peso del turismo, l’ASM affida uno studio di fattibilità a un esperto dal “curriculum galattico”. La provocazione di Manuli: “Stanno svuotando Taormina dell’anima per trasformarla in una piattaforma logistica”.

dal post di Pippo Manuli da Taormina, Cittadino e Repubblicano convinto
In una Taormina rovente e affaticata dal sole di fine luglio, dove il Corso esplode di turisti mordi-e-fuggi e i ristoranti rischiano di chiudere per carenza di viveri, c’è chi non si perde d’animo. Anzi, pensa in grande. Talmente in grande da sfiorare la fantascienza. Il Direttore Generale di ASM, evidentemente indisturbato da quisquilie come le fognature o un Consiglio comunale in letargo, ha firmato una determina da 135mila euro per uno studio di fattibilità dal nome quasi elfico “che nemmeno Tolkien sotto il cielo siculo” : «Nuova funivia e varie interconnessioni di strategia dei trasporti e viabilità».
Un Consulente “Planetario” per un Problema Terrestre
La domanda sorge spontanea: a chi affidare una missione così epica? La scelta, come riporta il commento sferzante del cittadino Pippo Manuli, è caduta su un professionista di “fama sparsa“: un luminare definito “autorevole, europeo, planetario e multitasking“. Un esperto dal curriculum talmente galattico e dalle collaborazioni così mistiche che quasi si perde il conto. Peccato che, a conti fatti, le commesse pubbliche rintracciabili siano appena due, di cui una ancora sospesa nel limbo di un parcheggio immaginario. Un profilo perfetto, insomma, per agire come “consulente astrale” e risolvere i problemi di una città che, nel frattempo, resta drammaticamente con i piedi per terra.
La Visione dei “Demiurghi”: Più Caos per Risolvere il Caos
Mentre l’esperto prescelto affila le sue visioni intergalattiche, Taormina collassa. Il celebre “serpente d’acciaio” di turisti continua a intasare ogni vicolo, svuotando il Teatro Greco e lasciando dietro di sé poco o nulla. La soluzione proposta dai “nuovi demiurghi del territorio“, che Manuli suggerisce essere “gli stessi di prima col vestito stirato“, è quantomeno paradossale: potenziare gli ingressi. In pratica, curare il sovraccarico con una dose ancora maggiore di sovraccarico.
L’analisi di Manuli è impietosa: la visione è quella di una Taormina come miniera da sfruttare, una piattaforma logistica da riempire di studi, funivie e parcheggi galleggianti, piuttosto che un patrimonio da proteggere e valorizzare. “Questo non è solo un editoriale“, scrive Manuli, “è una chiamata alle coscienze“.
Il Silenzio dei Luoghi Violati
Il rischio, conclude la provocazione, è che se queste “sciocchezze” dovessero mai vedere la luce, non ci si troverebbe solo a rimpiangere il passato. Ci si troverebbe di fronte a qualcosa di molto peggio: “l’irreversibile perdita di senso, bellezza, e futuro“. A quel punto, non resterebbe altro che il desolante silenzio dei luoghi violati e l’incapacità di spiegare cosa, esattamente, sia andato storto.
IL TESTO ORIGINALE DI PIPPO MANULI
Editoriale Sardo-Ironico: La Funivia Fantasma e il Miraggio del Progresso
Fine luglio, aria rovente e menti affaticate. A Taormina qualcuno pensa in grande. O forse… semplicemente pensa. Il Direttore Generale di ASM, libero da impicci fognari e da un Consiglio comunale che pare preferire l’amnesia al futuro, firma una determina da 135 mila euro. Obiettivo? Uno studio di fattibilità dal nome da premio fantasy: «Nuova funivia e varie interconnessioni di strategia dei trasporti e viabilità». Roba che nemmeno Tolkien sotto il sole siculo.
Il prescelto è un professionista di fama sparsa: autorevole, europeo, planetario e multitasking. Ha sfornato studi ovunque — pubblicazioni prestigiose, curriculum galattico, collaborazioni mistiche ma commesse pubbliche? Due. Di cui una, ancora sospesa in un parcheggio immaginario. Però si dice abbia “collaborato intensamente” e Tipo consulente astrale oltre che a Messina e nel circondario di appartenenza.
Intanto Taormina collassa. Il Corso esplode, il Teatro Greco si svuota, i ristoranti chiudono per carenza di viveri e il celebre “serpente d’acciaio” vomita visitatori mordi –e – fuggi.
Serve potenziare gli ingressi con ogni mezzo, ci dicono. Anche se il mezzo è, paradossalmente, il sovraccarico stesso.
La visione dei nuovi demiurghi del territorio — che a guardar bene, sono gli stessi di prima col vestito stirato — è chiara: Taormina come miniera da sfruttare. Proteggere? Inutile. Valorizzare? Superfluo. Tanto vale svuotarla di anima e riempirla di studi, funivie e parcheggi galleggianti.
Questo non è solo un editoriale. È una provocazione ragionata, una chiamata alle coscienze, a chi ancora crede che Taormina sia un patrimonio e non una piattaforma logistica.
E il finale?
…se mai queste “sciocchezze” si realizzassero davvero, non ci troveremmo solo a rimpiangere ciò che è stato. Ci troveremmo di fronte a qualcosa di ancora peggio: l’irreversibile perdita di senso, bellezza, e futuro. E non resterà altro che il silenzio dei luoghi violati e lo sguardo vuoto di chi non saprà spiegare cosa è andato storto.
— Pippo Manuli, Cittadino e Repubblicano convinto
