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STEFANO ARGENTINO SI TOGLIE LA VITA IN CARCERE A GAZZI. UCCISE SARA CAMPANELLA

- 06/08/2025
argentino

MESSINA – Si è tolto la vita nel carcere di Gazzi Stefano Argentino, il 27enne di Noto che il 31 marzo scorso aveva accoltellato e ucciso a Messina Sara Campanella, la collega di università che lo aveva respinto. La sua morte, avvenuta a poco più di un mese dall’inizio del processo, chiude tragicamente una vicenda che ha profondamente scosso la città.

Secondo quanto si apprende, il gesto è avvenuto nel pomeriggio di oggi, poco dopo le 17. Argentino si sarebbe allontanato dai due compagni con cui condivideva la cella e sarebbe stato trovato poco dopo, ormai senza vita, dagli agenti della polizia penitenziaria durante un giro di controllo.

Di recente, lo stato di detenzione del 27enne era cambiato: non era più sottoposto al regime di alta sorveglianza e, dopo un periodo in cui aveva rifiutato il cibo, aveva ripreso a mangiare. Nulla che potesse far presagire la decisione di porre fine alla sua vita.

La sua morte estingue il procedimento penale a suo carico. Proprio pochi giorni fa era stato disposto il giudizio immediato per il femminicidio di Sara Campanella. La prima udienza era stata fissata per il prossimo 10 settembre davanti alla Corte d’Assise di Messina.

Il delitto avvenne in pieno giorno in viale Gazzi. Sara fu assassinata con diverse coltellate all’uscita dalle lezioni che frequentava al Policlinico universitario. Dopo l’aggressione, Argentino fuggì verso la sua città d’origine, Noto, dove fu poi rintracciato e fermato dai Carabinieri. L’arma del delitto non è mai stata ritrovata.

Circa un mese fa, il Gip aveva negato la richiesta di una perizia psichiatrica avanzata dal legale dell’imputato, motivando la decisione con la carenza di documentazione sanitaria a supporto. Secondo l’avvocato, invece, “era emersa una condizione simil patologica. Argentino è nato e cresciuto in un clima familiare a dir poco tormentato”.

Pochi giorni dopo il delitto, lo stesso Argentino, dal carcere, aveva dichiarato: “Non so come tutto questo sia potuto succedere, non mi so dare una spiegazione, forse non c’è neanche una spiegazione, quantomeno razionale. Più rifletto, da solo con me stesso, più arrivo a una e una sola conclusione: quel giorno ero fuori di testa. Ho sempre sognato di costruire qualcosa con Sara, e invece ho compiuto il gesto peggiore che si possa rivolgere a una persona, a una donna”.

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