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Simona Cinà morta in piscina, procura: “Vestiti non spariti, ma sequestrati. Alcolici a bordo vasca”

- 04/08/2025
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Due ragazzi, presenti alla festa, si tuffarono per tentare di rianimarla. Si indaga per omicidio colposo, domani le analisi radiologiche. Giovedì l’autopsia

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Si attende l’autopsia, fissata per giovedì, per fare chiarezza sulle cause della morte di Simona Cinà, la pallavolista di 21 anni di Capaci, morta in piscina durante una festa di laurea a Bagheria nel Palermitano. Il sostituto procuratore di Termini Imerese Raffaele Cammarano, che coordina l’inchiesta, ha conferito l’incarico per l’esame. Domani, a quanto si apprende, verranno eseguite delle analisi radiologiche sul corpo della giovane sportiva. Al momento il fascicolo è aperto per omicidio colposo a carico di ignoti. Un’ipotesi di reato provvisoria che può cambiare dopo avere eseguito l’autopsia e dopo i risultati degli esami tossicologici chiesti dal magistrato.

Sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti. Tra cui il malore. Ieri i fratelli di Simona Cinà non hanno escluso che qualcuno possa aver messo della droga nel cocktail della ragazza. Anche ieri i carabinieri hanno ascoltato altri giovani presenti alla festa, ma sembra che nessuno abbia visto cadere in piscina la ragazza.

La procura: “C’erano alcolici a bordo piscina”

Il corpo della ragazza “è stato trovato alle 4” di mattina, dice la procuratrice facente funzioni di Termini Imerese Lorenza Turnaturi, e “si trovava esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante e dotato di scarsa illuminazione, rispetto alla zona dove erano collocati il bar, la consolle musicale e i servizi igienici”. Nelle ultime ore “sono state divulgate informazioni”, sottolinea, che meritano “delle precisazioni”. “Non è vero che in piscina non fossero stati rinvenuti alcolici” aggiunge la Procura di Termini Imerese che coordina l’inchiesta. “Si deve specificare l’assoluta infondatezza della informazione relativa al mancato rinvenimento sui bordi della piscina e nella zona adiacente, di oggetti, bottiglie, bicchieri e piatti che lasciassero ritenere che in quel luogo si era tenuta un festa, in detti luoghi sono stati rinvenuti in particolare bicchieri e bottiglie di alcolici come debitamente documentato. Ciò a riprova di quanto affermato dai partecipanti dalle prima battute”. Le bottiglie di alcolici nella villa di Bagheria sono state sequestrate. Tutti i ragazzi “sentiti come persone informate sui fatti, hanno avuto un comportamento collaborativo”.

Vestiti non spariti ma prelevati dai carabinieri

Quanto ai vestiti indossati da Simona Cinà, non erano spariti. A denunciare la scomparsa dei vestiti, una minigonna in jeans e una maglietta verde, erano stati ieri la sorella gemella della ragazza Roberta e il fratello Gabriele. Invece, come si apprende, i vestiti erano stati prelevati dai carabinieri la mattina del 2 agosto per poter eseguire le attività di indagine. “I vestiti sono stati sequestrati e di conseguenza sono attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria per il compimento dei successivi atti di indagine” precisa la procura di Termini Imerese.

Due giovani tentarono di salvarla

Due ragazzi alla vista del corpo sul fondo della piscina si erano gettati in acqua. I giovani, come spiega la Procura di Termini Imerese, “hanno recuperato il corpo” e le hanno “praticato le manovre di rianimazione salvavita in attesa dell’arrivo dei soccorritori”. Il personale del 118 ha provato a “rianimare la ragazza, purtroppo invano, non potendo fare altro che constatarne il decesso alle 5”. Giunti sul posto i carabinieri della compagnia di Bagheria, coadiuvati da personale del nucleo investigativo di Monreale, e successivamente il magistrato di turno, sono stati “svolti i primi accertamenti, consistiti nei rilievi necessari a fotografare lo stato dei luoghi, nei sequestri ritenuti utili, nonché è stato avvisato il medico legale di turno per lo svolgimento della richiesta ispezione cadaverica esterna, all’esito della quale è stata immediatamente disposta l’autopsia al fine di accertare le cause del decesso”.

Famiglia nomina avvocato Mario Bellavista

Il fratello maggiore di Simona, Gabriele Cinà, il fratello maggiore di Simona Cinà, ha nominato oggi l’avvocato Mario Bellavista del Foro di Palermo. La famiglia fino a oggi è stata rappresentata dall’avvocato Gabriele Giambrone. Da oggi c’è anche l’avvocato Bellavista, che al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni. “Preferisco attendere l’esito delle indagini della Procura di Termini Imerese”, dice Bellavista all’Adnkronos.

Proprio ieri era intervenuto sulla vicenda il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Dario Greco: “Dinanzi a tragedie riguardanti fatti di cronaca e giovani vite, è sempre doveroso il rispetto dei principi deontologici che regolano i rapporti tra l’avvocatura, i mezzi di informazione e i social network”, ha detto. Il presidente ha richiamato l’articolo 55 del codice deontologico forense, che disciplina i rapporti degli avvocati con la stampa e con i social media. L’appello alla responsabilità e alla sobrietà arriva nel pieno del dibattito pubblico suscitato dalla tragedia e dalle reazioni successive sui media e sui social. “Il nostro codice deontologico impone all’avvocato che rilasci dichiarazioni pubbliche o interagisca con i media o utilizzi i social network l’obbligo di assumere un comportamento riservato, sobrio e misurato a tutela del decoro e della dignità dell’avvocatura”, ha detto Greco. Il riferimento, non esplicito, è all’avvocato Gabriele Giambrone che ieri stesso, interpellato dall’Adnkronos, aveva replicato: “Condivido l’appello alla sobrietà del presidente Greci”. Adesso arriva la nomina dell’avvocato Mario Bellavista.

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