
Nella NOTA STAMPA la toppa che l’amministrazione promette di mettere a posteriori, in sede di Consiglio Comunale, suona come un’ammissione che il piano originario presenta una falla significativa.

TAORMINA – Un progetto che va avanti nonostante un parere inequivocabile della Corte dei Conti che ne giudica le proiezioni economico-finanziarie “non idonee a soddisfare i requisiti di affidabilità e attendibilità”. È la complessa vicenda che avvolge la nascita di “Equità Urbana s.p.a.“, la nuova società partecipata del Comune di Taormina, al centro di un parere della magistratura contabile che l’amministrazione comunale interpreta come una vittoria, pur contenendo una bocciatura sul punto più delicato: la sostenibilità finanziaria.
In un lungo comunicato stampa diramato per fornire quella che definisce “un’interpretazione corretta” del parere (ma il parere non ha bisogno di spiegazioni), l’amministrazione guidata dal sindaco Cateno De Luca esulta per “la valutazione positiva ottenuta su quattro dei cinque parametri” richiesti dalla legge per la costituzione della società. La Corte dei Conti, si legge nella nota, “ha promosso le ragioni e finalità” dell’operazione e la sua “convenienza economica” rispetto ad altri modelli gestionali. “Parere positivo anche sulla sostenibilità finanziaria in senso soggettivo” e sull’assenza di conflitti con le norme europee.
Tuttavia, il cuore del parere dei giudici contabili si concentra sul terzo onere, quello relativo alla “sostenibilità finanziaria in senso oggettivo”. È qui che la narrazione trionfalistica del Comune si incrina. La stessa nota ammette che la Corte ha mosso un rilievo critico sul Business Plan presentato, definendo le proiezioni economiche e finanziarie in esso contenute non sufficientemente affidabili e attendibili, in particolare riguardo ai costi del personale.
Secondo l’amministrazione, la criticità risiederebbe nel rischio di una duplicazione dei costi qualora il personale del Comune venisse “distaccato” presso la nuova società. Un problema che, secondo il comunicato, verrà “superato” in una successiva delibera del Consiglio Comunale. Ma la soluzione proposta è solo una promessa: per ogni dipendente comunale trasferito alla nuova società, si procederà con un’assunzione in meno rispetto al fabbisogno massimo indicato nel piano, evitando così, a detta del Comune, ogni aggravio di spesa.
Resta però il dato politico e amministrativo: il Business Plan, documento fondante dell’intera operazione, è stato giudicato inaffidabile dalla Corte dei Conti su un aspetto non secondario. La toppa che l’amministrazione promette di mettere a posteriori, in sede di Consiglio Comunale, suona come un’ammissione che il piano originario presentava una falla significativa.
Nonostante ciò, la nota si conclude con un tono perentorio, affermando che il percorso di costituzione di Equità Urbana “va avanti più solido di prima”. Una solidità che, secondo l’interpretazione dell’amministrazione, deriverebbe dal parere positivo sulla “necessarietà e convenienza economica” dell’operazione. Una lettura che sceglie di porre l’accento sugli aspetti programmatici, lasciando nell’ombra il pesante monito dei giudici contabili sulla tenuta finanziaria di un progetto che ora passa nelle mani del Consiglio Comunale per la valutazione finale. Sarà l’assise cittadina a dover decidere se una promessa di futuri correttivi sia sufficiente a sanare le criticità di un piano economico già bocciato.

