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Più di 3.500 minori orfani a causa dei femminicidi: l’allarme dell’Osservatorio nazionale

- Ultima Ora
30/05/2025

Senza madre, senza padre, senza tutele: l’Italia ignora migliaia di minori colpiti da un crimine familiare estremo. Un vuoto normativo e istituzionale che li lascia soli, tra traumi non elaborati e sostegni promessi ma spesso irraggiungibili.

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In Italia ci sono oltre 3.500 bambini e adolescenti che hanno perso la madre a causa di un femminicidio. A renderlo noto è Stefania Bartoccetti, presidente dell’Osservatorio nazionale indipendente sugli orfani di femminicidio, durante un’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.

Questi minori vengono definiti “orfani speciali”, in quanto colpiti da una doppia perdita genitoriale: la madre uccisa e il padre – autore dell’omicidio – spesso suicida o comunque detenuto. Una tragedia che li priva non solo dell’affetto familiare, ma anche di un riferimento stabile per il futuro.

«Fino a poco tempo fa questi bambini erano completamente invisibili dal punto di vista statistico», ha dichiarato Bartoccetti. «Non esiste un albo nazionale che li censisca né un sistema stabile di raccolta dati. Solo attraverso un lavoro di inchiesta giornalistica, abbiamo potuto ricostruire la portata di questo dramma».

Un supporto concreto, non solo simbolico

L’Osservatorio lancia un appello alle istituzioni affinché si intervenga con misure di sostegno psicologico e sociale rivolte agli orfani e alle famiglie affidatarie che si prendono cura di loro.

«È fondamentale restituire fiducia a questi ragazzi, offrire loro un supporto terapeutico per elaborare un dolore così profondo come la perdita della madre per mano del padre», ha spiegato Bartoccetti.

In Lombardia è già attivo un protocollo d’intesa tra l’Osservatorio e gli ordini professionali di psicologi, assistenti sociali e avvocati, volto a promuovere corsi di formazione specifici per chi lavora a contatto con questi minori. «Le famiglie affidatarie, spesso lasciate sole, si rivolgono a noi per essere sostenute: non possiamo ignorarle», ha aggiunto.

Sostegno insufficiente e famiglie affidatarie in difficoltà

Le famiglie affidatarie, che si fanno carico di questi minori, spesso affrontano gravi difficoltà economiche. L’83% di esse arriva a fine mese con grande difficoltà, e solo il 52% riceve misure di sostegno al reddito . La legge 4 del 2018 prevede un contributo mensile di 300 euro per ogni minore, ma questo risulta insufficiente e burocraticamente difficile da ottenere

Vittime della violenza assistita

Molti di questi bambini hanno vissuto per anni in ambienti familiari segnati da violenza assistita, tra urla, minacce e abusi psicologici e fisici. Una quotidianità segnata dalla paura e dalla tensione, culminata nell’evento traumatico del femminicidio.

«Sono bambini che hanno visto l’inimmaginabile dentro le mura di casa», ha ricordato Bartoccetti. «Oltre al sostegno psicologico e legale, è urgente garantire loro un percorso scolastico stabile, un accompagnamento a lungo termine che favorisca la cura e la ricostruzione della loro identità».

L’appello dell’Osservatorio è chiaro: questi orfani non possono più restare invisibili. Servono politiche strutturate, fondi dedicati e una rete nazionale capace di accompagnarli nel difficile cammino verso la ricostruzione.

La necessità di un modello nazionale condiviso

Attualmente, non esiste un modello nazionale condiviso per l’assistenza agli orfani di femminicidio. Progetti come “A braccia aperte” cercano di colmare questo vuoto, offrendo supporto psicologico, economico e educativo a 157 orfani, con altri 260 in procinto di essere assistiti . Tuttavia, senza un intervento strutturato e coordinato a livello nazionale, molti minori rischiano di rimanere senza il supporto necessario per superare il trauma subito.

No ai femminicidi - CGIL