Musolino in aula: “Esprimo la mia ferma solidarietà alle studentesse che con coraggio hanno denunciato e dico loro di non arrendersi di continuare a credere nella giustizia”.

“È uscita oggi pomeriggio la notizia riportata dalla Repubblica, di una sentenza scioccante da parte del Tribunale di Catania. Tribunale penale di Catania in merito a un processo per molestie e per violenza sessuale nei confronti di un professore universitario adesso in pensione, che, nonostante abbia nel corso del processo siano emersi gli atti denunciati”. E’ quanto affronta nel suo ultimo intervento, in tarda serata ed a conclusione dei lavori d’aula in Senato, la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino.
“Quindi – la senatrice Musolino ha detto in aula – le condotte sono state caratterizzate riconosciute dallo stesso Tribunale come un un comportamento predatorio e quindi sono emersi fatti è emersa la volontà predatoria di chi li ha posti in essere. È emersa l’attitudine ossessiva il comportamento ossessivo che aveva l’imputato nei confronti delle vittime e ciononostante nonostante tutto quello che è emerso e quindi che le accuse siano state dimostrate fondate nella realtà. Ciononostante il Tribunale di Catania ha assolto l’imputato perché ha ritenuto che non è emersa la prova del dissenso. Ora, io, Presidente, sono indignata per questa sentenza, ma le sentenze non si giudicano, non si commentano, ma talvolta è necessario che sulle stesse si apra veramente un dibattito perché evidentemente manca una cultura e mi dispiace doverlo dire così apertamente, ma evidentemente qualcuno si deve fare carico di dirlo. Manca la cultura dal punto di vista giuridico legale di riconoscere che a livello internazionale così dicono anche le convenzioni internazionali non è necessario dimostrare la prova del dissenso. Semmai è necessaria la prova del consenso e in questo caso il consenso non esisteva. E ciononostante l’imputato è stato assolto e quindi io esprimo la mia ferma solidarietà alle studentesse che con coraggio hanno denunciato e dico loro di non arrendersi di continuare a credere nella giustizia. E anticipo che su questo tema presenterò un’interrogazione al ministro e chiederò l’invio degli ispettori ministeriali” ha concluso la senatrice Musolino.
IL CASO E LA SENTENZA DI ASSOLUZIONE
La senatrice si riferisce al caso avvenuto alla Facoltà di Medicina di Catania e che ha visto imputato il professor Santo Torrisi, 68 anni che è stato assolto dall’accusa di violenze sessuali e molestie verbali avvenute tra il 2010 e il 2014 all’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto nei confronti di sette studentesse. La Procura di Catania ha deciso di fare ricorso. La sentenza risale allo scorso 25 febbraio e secondo i giudici (un uomo e due donne) “non si è raggiunta la prova al di là di ogni ragionevole dubbio”. Nelle motivazioni si legge che “è certamente emersa la prova di un comportamento predatorio. Ossessivo nei confronti delle studentesse che il professore sceglieva come oggetto dei suoi desideri sessuali, ma il tribunale deve distinguere caso per caso se i comportamenti sono sussumibili del reato contestato”.
Una delle ragazze ha detto che il professore le avrebbe toccato il seno, ma secondo i giudici avrebbe “appoggiato i palmi al seno; non c’è stata una pressione particolare delle mani”. E ancora: “Permangono dei dubbi sulla effettiva invasione della sfera sessuale e del dolo”. Il giorno del compleanno di una delle ragazze che accusano il docente, il professore l’avrebbe molestata fisicamente. Ma secondo i giudici “voleva fermarla per farle gli auguri. Appare poco verosimile che, volendole palpare una zona erogena, il docente non abbia fatto alcuna allusione sessuale”. Un contatto che “appare anomalo, poiché l’imputato non ha utilizzato le dita per palpare”.
Sempre la stessa ragazza dice che mentre si trovava nella stanza di Torrisi, “lui mi si è buttato addosso”. Ma i giudici affermano che “non si comprende cosa significhi buttarsi addosso e se ciò abbia coinvolto la sfera sessuale della persona offesa”. E ancora: “Se non c’è dissenso, non c’è violenza”.
Secondo i difensori da alcune intercettazioni si evincerebbe un accordo tra le parti su cosa testimoniare.
