Musolino “Trovo palesemente contraddittoria la risposta del sig. Soprintendente e chiarisco il perché”.

Dopo la seconda replica del vice sindaco di Messina Salvatore Mondello inerenti la vicenda delle scalinate divelte della Passeggiata a mare e sostituite con due scivoli in cemento, la senatrice Dafne Musolino invia alla stampa una nota con la quale ringrazia la Soprintendenza ai beni Culturali e Ambientali di Messina. Al contempo, però, la Senatrice messinese pone all’ente di controllo degli interrogativi sostanziali e contemporaneamente “disinnesca” la nota (e la presunta rabbia) del vice sindaco. Tra l’altro segnaliamo a chi di competenza, che la nota di Mondello, per la verità, a noi in redazione non è mai arrivata.
Inoltre abbiamo notato, su due note, che Mondello solo oggi riferisce di particolari, come la data del marmo divelto “risalente al 1990”. Ci chiediamo come mai il vice sindaco non lo abbia detto subito nella prima nota. Anche se, come scrive la Musolino, è un dettaglio che non dirime e non assolve l’Amministrazione comunale da queste due gittate di cemento su un’area sottoposta a vincolo.
Così la senatrice Musolino scrive: “Il soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Messina, che ringrazio per la tempestività della risposta, ha riscontrato la mia nota chiarendo di avere rilasciato un mero parere paesaggistico perché la passeggiata a mare, realizzata nel 1934, non sarebbe sottoposta a vincolo architettonico ambientale.
Però lo stesso Soprintendente ha chiarito che, pur in assenza di vincolo, nell’ esaminare il progetto dei fratelli Rizzo e dell’architetto Crisafulli, ha comunque prescritto che nella realizzazione delle rampe ciclabili venissero mantenute le lunette perimetrali delle due rampe di scale perché costituiscono una testimonianza di quelle originarie che invece, secondo quanto riportato dall’ufficio, sarebbero stata sostituite negli anni 80-90”.
IL VINCOLO SUSSISTE OPE LEGIS
“Francamente – continua la Musolino- trovo palesemente contraddittoria la risposta del sig. Soprintendente e chiarisco il perché.
Se sulla passeggiata a mare non esiste vincolo e non si ritiene di dovere dettare prescrizioni a tutela, non capisco per quale ragione la soprintendenza abbia ordinato il mantenimento delle lunette perimetrali testimonianza delle vestigia originarie.
Difatti, considerato che l’ufficio ha disposto tale mantenimento come ‘testimonianza storica’ allora è chiaro che ha riconosciuto la necessità di tutelare il bene ed evitare che venissero posti in essere interventi che ne alterassero la sua consistenza.
Né vale a superare tale obiezione la circostanza che i lastroni sarebbero stati sostituiti negli anni 80/90 perché se all’epoca chi avrebbe dovuto evitare che si compissero simili interventi non è intervenuto per tutelare il bene, questo non giustifica la scelta attuale di non tutelare il bene, autorizzando un intervento che ne altera l’estetica e la struttura, con l’unica prescrizione di non eliminare le lunette perimetrali!
Ma allora il vincolo esiste, non esiste o esiste a pezzi?
Ferma restando la scelta politica, perché la decisione del Comune di eliminare le scalinate e sostituirle con due rampe, già dimostrano la deficitarietà dal punto di vista estetico e funzionale della scelta operata.
Infine, mi sia consentita una riflessione: stupisce che in una città in cui la Soprintendenza esercita legittimamente ampi poteri di controllo e prescrizioni sia sugli edifici pubblici che su quelli privati, solo la Passeggiata a Mare, costruita nel 1934, sfugga a tale attenzione” conclude la Senatrice Musolino.
