
Maurizio Croce, 51 anni, dirigente regionale, è ufficialmente candidato sindaco. Ma non è espressione compatta del centrodestra. Semmai prodotto della volontà di Beppe Picciolo e di Luigi Genovese. Le falle e le divisioni sono ancora aperte, come ferite, che non si saneranno né facilmente, né presto. Fratelli d’Italia e Lega non fanno parte, infatti, dello schieramento pro Croce, almeno in termini di piena condivisione della candidatura. Un “parto” che non consegna agli elettori del centrodestra quel che in tanti si aspettavano. Tant’è che Matilde Siracusano, prima ad essere interpellata al momento della definizione delle candidature ma poi non candidata, sarà nella squadra. Affermazione che non è chiaro cosa voglia dire se non una delega al risanamento.
Silenzio anche da parte di Forza Italia. Croce da parte sua ringrazia, consapevole però di quel che lo aspetta: una campagna elettorale al recupero e di certo dai toni rilassati. Ma esistono campagne elettorali “rilassate”?
Scrive Croce: “Accolgo con sincero orgoglio e con senso di profonda responsabilità l’ennesimo atto di stima e di fiducia nei miei confronti reso pubblico in giornata dalle forze politiche che hanno proposto e che continuano a sostenere, con convinzione, la mia candidatura a sindaco di Messina. Un ulteriore input che stimola in me la forza e la determinazione necessarie per affrontare questa sfida avvincente. Già da domani sarò al lavoro per questo nuovo ed affascinante traguardo. Nel più breve tempo possibile, sono certo che il Centrodestra, in tutte le sue componenti, troverà la convergenza definitiva e necessaria per costruire insieme un grande progetto di rinascita della nostra città”.
E Germanà? Probabile discesa ufficiale in campo anche per lui, in un centrodestra ormai spaccato.