Patti (Me): in prognosi riservata dopo il parto. Da Capo d’Orlando al Cannizzaro di Catania
Marta Merlino 36 anni, di Capo d’Orlando, lotta per la vita in terapia intensiva all’ospedale Cannizzaro di Catania dove è stata trasferita dopo il parto avvenuto l’11 gennaio scorso presso l’ospedale di Patti in provincia di Messina. La donna è giunta in ospedale da Gliaca di Piraino dove risiede con le “acque rotte” nella mattina del 9 gennaio ma con assenza di contrazioni. Una condizione definita già a rischio in quanto aumenta il rischio di infezioni. I farmaci somministrati dai sanitari non hanno dato determinato le contrazioni necessarie al parto spontaneo, pertanto si è deciso di procedere con il parto cesareo. Il tempo intercorso tra l’ingresso al pronto soccorso e l’intervento di taglio cesareo è stato di 56 ore.
A seguito del parto cesareo la donna ha dato alla luce una bambina, ma le condizioni della madre sono progressivamente peggiorate con febbre, forti dolori all’addome, nausea e difficoltà a respirare. Una situazione che i medici avrebbero definito “normale”. Ma nella mattinata del 13 gennaio è stata riscontrata un’infezione che è stata aggredita dai sanitari con antibiotici. Le condizioni della donna si sono però ulteriormente aggravate tanto che i medici di Patti hanno chiesto il trasferimento al Cannizzaro di Catania dove è stata riscontrata una setticemia avanzata, cui è seguito un intervento d’urgenza con l’estrazione di liquido infetto.
I familiari di Marta Merlino hanno presentato un esposto denuncia alla Procura di Patti volto a chiarire se vi sia stata imperizia o leggerezza nel comportamento dei medici in danno della propria congiunta. Il legale della famiglia, l’avvocato Massimiliano Fabio, ha chiesto il sequestro delle cartelle cliniche dell’ospedale di Patti. L’ipotesi è che vi sia stato ritardo nella gestione della paziente e nella cura della setticemia che poi è degenerata.